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Gli applausi finali, lunghi e calorosi, siglano una serata che Avellino non dimenticherà facilmente.

In AVELLINO, CAMPANIA, CULTURA
Ottobre 21, 2025
Gli applausi finali, lunghi e calorosi, siglano una serata che Avellino non dimenticherà facilmente.

Avellino, martedì 21 ottobre. Il sipario del Teatro Carlo Gesualdo si apre su un’esplosione di colori, suoni e dolore trasformato in bellezza: è la sera di “Frida Opera Musical”, il nuovo spettacolo che rende omaggio alla vita e all’arte di Frida Kahlo, icona di libertà, sofferenza e passione. La platea è gremita. Un mormorio di attesa accompagna i primi accordi delle musiche originali di Vincenzo Incenzo, che avvolgono il pubblico in un’atmosfera sospesa tra realtà e sogno. Le sonorità oscillano fra le tinte calde del Messico e i toni più intimi del teatro d’opera contemporaneo, fondendo mariachi e lirica, ritmo e introspezione. Sul palco, Federica Butera nel ruolo di Frida che appare non solo come una pittrice, ma come un simbolo eterno di resistenza. La sua storia si snoda tra le luci vibranti e le ombre di un’esistenza segnata dalla malattia e dall’amore tormentato con Diego Rivera, interpretato qui con intensità da Andrea Ortis, che dà corpo a un uomo dilaniato tra genio e possessività. I due si inseguono, si feriscono e si ritrovano, in un continuo duello di pennellate e carezze, parole e silenzi. E poi c’è Drusilla Foer, figura magnetica e raffinata, che presta il suo volto e la sua voce a una Catrina simbolica, quasi divina: un’alter ego, una narratrice che attraversa la scena come un’anima guida. Con la sua eleganza enigmatica, Drusilla, nella realtà Gianluca Gori, che diventa il filo rosso che unisce il dolore alla poesia, la realtà al mito. La sua interpretazione è un esercizio di misura e intensità, un’evocazione più che una rappresentazione. Le scene, curate con gusto pittorico, sembrano uscire direttamente dai quadri della Kahlo: fondali che si animano di fiori tropicali, scheletri danzanti, letti sospesi nel vuoto, finestre aperte su cieli infiniti. Ogni quadro scenico è un frammento dell’anima di Frida, ogni cambio di luce una ferita che si riapre e poi si ricompone nel colore. Il pubblico resta sospeso fino all’ultimo istante, rapito da una messinscena che intreccia teatro musicale, danza e arte visiva, restituendo la figura di Frida come un’opera d’arte vivente. Gli applausi finali, lunghi e calorosi, siglano una serata che Avellino non dimenticherà facilmente.

Al margine di questo articolo, la redazione di “Nuove Cronache” pubblica una selezione di foto in diretta dallo spettacolo: i volti di Drusilla Foer, Federica Butera e Andrea Ortis, le luci rosse e oro che incendiano la scena, e l’abbraccio finale che suggella il trionfo di “Frida Opera Musical”.

di Giuseppe Di Giacomo