
Un fulmine a ciel sereno per gli studenti del corso di laurea triennale in Scienze Biologiche per la Diagnostica Clinica. La notizia è ufficiale: le lezioni non si terranno più a Grottaminarda, ma saranno trasferite a Benevento, lasciando sgomenti decine di giovani che da anni frequentavano la sede universitaria ufitana. Una decisione che arriva senza preavviso e senza un vero confronto con studenti e famiglie, ma comunicata freddamente dalla segreteria universitaria. Gli studenti del terzo anno, molti dei quali avevano investito tempo, denaro e fiducia nel polo universitario di Grottaminarda, si trovano ora a dover affrontare un trasferimento forzato a Benevento, con tutti i disagi economici e logistici che ne derivano: trasporti più lunghi, spese aggiuntive e, per chi aveva già un alloggio nel centro ufitano, l’amara beffa di un affitto ormai inutile. Le proteste non si sono fatte attendere. In molti hanno già espresso rabbia e delusione per una scelta giudicata incomprensibile e ingiusta. Da quanto trapela, la decisione sarebbe stata presa dal Dipartimento, ma senza che siano ancora state rese note le motivazioni ufficiali. E intanto, a Grottaminarda, le aule resteranno chiuse. Un colpo durissimo non solo per gli studenti, ma per l’intera comunità grottese, che aveva visto nella presenza del corso universitario un segnale di crescita e di speranza. “Se tutto ciò sarà confermato, si tratta di un vero fallimento anche dell’amministrazione comunale, che tanto aveva puntato su questa presenza”, ha dichiarato Gennaro Blasi, presidente dell’associazione politica La Destra Grottese. Blasi non usa mezzi termini: “È l’ennesima dimostrazione di come i territori interni vengano abbandonati. Grottaminarda perde un pezzo importante del suo futuro, e con esso anche la fiducia dei giovani. Chi doveva vigilare, dov’era?”. Parole dure, che trovano eco tra i cittadini e tra chi, in questi anni, aveva creduto nel progetto universitario come strumento di rilancio per l’area ufitana. Ora resta solo la delusione e la sensazione di essere stati traditi, ancora una volta, da decisioni calate dall’alto e prive di sensibilità verso il territorio.
di Marco Iandolo

