
In un periodo storico dove i rigurgiti di odio e intolleranza sembrano trovare nuovo terreno fertile, le parole del rabbino capo di Trieste, Alexander Meloni, riecheggiano con una forza particolare. Durante la recente cerimonia alla Risiera di San Sabba, luogo simbolo della persecuzione contro gli ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale, Meloni ha affrontato una questione tanto delicata quanto cruciale: la trasformazione e la provenienza contemporanea dell’antisemitismo.
Meloni inizia con un richiamo storico illuminante, rimarcando come spesso i nazifascismi vengano erroneamente confinati nell’ambito delle destre politiche. “Quando si parla di nazifascismo si pensa immediatamente a movimenti di destra, ma in realtà questi sono espressioni di nazionalsocialismo”, spiega il rabbino. Questa precisazione non è solo una lezione di storia, ma serve a introdurre un argomento ancora più ampio e complesso: l’antisemitismo nell’odierna politica di sinistra.
Meloni prosegue svelando le sue osservazioni e preoccupazioni: “Esiste un antisemitismo specifico delle destre che non deve essere negato e che deve essere combattutto. Tuttavia, oggi l’antisemitismo più pericoloso e più attivo proviene dalle sinistre”. Questa dichiarazione cambia la tradizionale narrazione che colloca l’odio antisemita principalmente nei gruppi di estrema destra, mettendo in luce una dinamica più diffusa e forse meno riconosciuta.
L’attenzione del rabbino sulle sinistre non vuole essere un’accusa indiscriminata ma piuttosto un invito a riflettere su come i pregiudizi, anche quelli radicati in ideologie apparentemente inclusive, possano trasformarsi in veicoli di odio. Si tratta di un fenomeno che non solo mette in pericolo la comunità ebraica ma mina le fondamenta stesse della convivenza civile e del rispetto reciproco che dovrebbero caratterizzare ogni società democratica.
In conclusione, le riflessioni del Rabbino Meloni non sono solo un monito rivolto ai partiti e ai movimenti politici, ma un appello alla società intera. È fondamentale prendere coscienza che l’antisemitismo non è un male di facile identificazione o circoscritto a una singola ideologia. Si manifesta attraverso diverse forme e può nascondersi là dove meno ci si aspetta.
L’analisi del rabbino a Trieste ci ricorda che la lotta contro l’antisemitismo richiede un impegno continuo e una vigilanza costante, essenziali per garantire non soltanto la sicurezza della comunità ebraica, ma il benessere collettivo di ogni democrazia che si rispetti. Nel riconoscere e affrontare le diverse sfaccettature di questo odio antico, risiede la speranza di costruire un futuro di pace e tolleranza.