
L’onda lunga dello scandalo degli accessi abusivi ai sistemi informativi della banca Intesa Sanpaolo ha colpito direttamente la politica italiana con implicazioni che stanno crescendo in complessità e ampiezza. Al centro dell’indagine c’è Vincenzo Coviello, ex dipendente della filiale della banca a Bisceglie, il quale è sospettato di aver violato la privacy di migliaia di clienti, tra cui esponenti di alto profilo come la Premier Giorgia Meloni, sua sorella Arianna Meloni, oltre a numerosi ministri e magistrati.
Le indagini guidate dalla Procura di Bari hanno rivelato che tra febbraio 2022 e aprile 2024, Coviello avrebbe condotto 6.637 incursioni illecite nei sistemi di Intesa Sanpaolo, esplorando i movimenti bancari di 3.572 clienti appartenenti a 679 diverse filiali. Emblematico della gravità della situazione è il fatto che queste intrusioni sono state realizzate con una semplicità disarmante, sfruttando le autorizzazioni standard di cui disponeva Coviello nella sua posizione lavorativa, senza necessità di tecniche sofisticate di hacking.
L’arresto dell’ex bancario, avvenuto dopo un provvedimento disciplinare che ha portato al suo licenziamento in agosto, è solo l’epilogo di una vicenda che sta sollevando interrogativi critici sulla sicurezza e la gestione delle informazioni sensibili da parte delle banche. La Procura ha iniziato a indagare dopo la denuncia di un medico di Bitonto, il quale aveva notato un’anomalia nei log di accesso al suo conto.
Secondo gli inquirenti, l’ipotesi che Coviello abbia agito senza complicità appare poco credibile. Si esplora quindi la potenzialità di una rete più ampia, che potrebbe includere altri individui all’interno della banca o esterni ad essa, interessati ai dettagli finanziari di determinati clienti. Questo aspetto solleva preoccupazioni notevoli riguardo alla potenziale vulnerabilità delle informazioni personali nel sistema bancario e le implicazioni per la privacy.
La reazione delle istituzioni e dei politici coinvolti non si è fatta attendere. Il Garante della privacy italiano, Pasquale Stanzione, ha manifestato la sua preoccupazione, sollecitando chiarimenti e responsabilità da parte degli organismi bancari e di vigilanza. Allo stesso tempo, esponenti politici come il Ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, e il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri, hanno espresso forte disappunto e promesso azioni legali contro i responsabili delle violazioni.
La vicenda solleva dubbi anche sulla tempestività con la quale la banca ha condiviso le informazioni sugli accessi abusivi con le autorità, un dettaglio che potrebbe avere implicazioni legali per la stessa Intesa Sanpaolo. Intanto, il dibattito si infiamma sulle responsabilità dei gestori delle informazioni e sulla efficacia dei sistemi di controllo e di vigilanza del settore bancario italiano, in un momento in cui la fiducia dei cittadini rischia di essere minata profondamente.
In conclusione, mentre le indagini continuano per definire l’ampiezza e la profondità di questo scandalo, la certezza è che le ramificazioni di questo caso si estenderanno ben oltre i protagonisti immediati, sfidando l’intero settore bancario e politico del paese a riflettere e rafforzare i meccanismi di protezione dei dati personali e di trasparenza.