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Italia Paralizzata: Il Primo Venerdì Nero dei Trasporti del 2023

In ECONOMIA
Gennaio 09, 2025

Il 2023 si apre con un’agenda sindacale densa di appuntamenti che promettono di mettere a dura prova la mobilità in tutta la penisola italiana. Già domani, si prevede una giornata intensa per chi necessita di spostarsi o semplicemente raggiungere il posto di lavoro. Conosciuto come il primo “venerdì nero” dell’anno, questo giorno sarà caratterizzato da una serie di scioperi che toccheranno diversi ambiti dei trasporti, dalla manutenzione ferroviaria al trasporto aereo, passando per il settore educativo.

A partire da stasera alle 21:00, i lavoratori del settore manutenzione ferroviaria affiliati al Cub Trasporti incroceranno le braccia per un’astensione di 24 ore. Questo sciopero emerge in un periodo particolarmente intenso per i lavori di manutenzione su numerose linee ferroviarie, ampliando potenziali disagi già in atto.

Questo primo sciopero sarà seguito da altre cessazioni di attività nel medesimo settore. Domani, infatti, vedrà l’adesione allo sciopero da parte dei lavoratori rappresentati dai Cobas del lavoro privato, il Coordinamento dei ferrovieri e l’Assemblea nazionale lavoratori manutenzione Rfi. Tale scenario anticipa la possibile paralisi di diverse tratte ferroviarie, influenzando negativamente il flusso quotidiano di pendolari e viaggiatori.

Ancora più complicata si prospetta la situazione per chi prevede di viaggiare via aereo. Le mobilitazioni sindacali toccheranno gli aeroporti di grande traffico come Linate e Malpensa a Milano, oltre a Venezia e Pisa. Tra i gruppi di lavoratori coinvolti vi sono quelli affiliati a Cub, Flai Ts e Filcams Cgil. Le operazioni aeroportuali potrebbero quindi subire ritardi significativi o cancellazioni, complicando ulteriormente le rotte nazionali e internazionali.

Per quanto riguarda il trasporto pubblico locale, si annuncia un blocco di 4 ore agli orari di punta, variabile da città a città. I lavoratori aderenti al sindacato Confail Fasa manifestano il proprio dissenso rispetto all’accordo sul rinnovo contrattuale raggiunto poco prima delle festività natalizie. Questo segmento di sciopero promette di incidere significativamente sulla vita quotidiana di milioni di italiani, specialmente nei centri urbani densamente popolati.

Le tensioni si estendono anche al settore dell’educazione, con la Confederazione sindacale lavoratori europei autonomi (Csle) che ha proclamato uno stop all’attività didattica e amministrativa per l’intera giornata. Docenti e personale ATA di istituti scolastici comunali di ogni ordine e grado saranno coinvolti, introducendo un ulteriore elemento di incertezza per famiglie già alle prese con le difficoltà organizzative post-vacanze.

La previsione per gennaio pare già delinearsi come un mese di alta conflittualità, con oltre 50 scioperi già annunciati sui registri della Commissione di garanzia. Questa situazione solleva interrogativi non solo sull’immediato impatto su mobilità e servizi, ma anche sulle più ampie questioni relative alla qualità del lavoro e alla sostenibilità delle infrastrutture italiane. Con ogni settore che manifesta la propria critica attraverso lo sciopero, emerge un chiaro segnale della crescente richiesta di riforme concrete e di miglioramenti sostanziali nelle condizioni lavorative e nella qualità dei servizi offerti ai cittadini.