La Banca Centrale Europea (BCE) sta operando un netto dietrofront nell’acquisto dei Boni del Tesoro Poliennali (BTP), compiendo un passo significativo nel 2023 verso la normalizzazione della propria politica monetaria. Questa mossa, che si colloca nel contesto del progressivo disimpegno dal programma di quantitative easing avviato per fronteggiare la crisi economica, ha lasciato spazio a dinamiche finanziarie di non poco conto nei mercati obbligazionari dell’eurozona e in special modo in Italia.
Con la riduzione degli acquisti da parte della BCE, che aveva rappresentato un compratore stabile e consistente nel mercato del debito sovrano negli ultimi anni, si è assistito a un rinnovato interesse da parte degli investitori internazionali. Attratti dai rendimenti relativamente elevati, essi hanno cominciato a fare ritorno, segnando un’inversione rispetto alla tendenza precedente quando la loro presenza era stata diluita dalla politica espansiva della Banca Centrale.
I dati forniti dalla Banca d’Italia a gennaio mostrano anche un interesse crescente da parte delle famiglie italiane verso i BTP, in particolare verso le emissioni dei BTP Valore. Le famiglie sono state incoraggiate a investire anche dalle condizioni fiscali favorevoli e dall’alto rendimento proposto dalle nuove emissioni. Questo è stato reso possibile da una strategia deliberata del governo, annunciata dal Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti alla fine del 2022, volti ad aumentare la quota di debito pubblico in mano ai risparmiatori italiani.
L’impegno del governo si è riflesso in una forte risposta da parte dei cittadini, pronti a investire il risparmio accumulato durante i mesi della pandemia, in un periodo in cui gli istituti bancari sono stati restii a trasmettere ai depositanti l’incremento dei tassi d’interesse. A livello europeo, le famiglie hanno raggiunto livelli di detenzione del debito sovrano simili a quelli precedenti all’inizio del programma di acquisti della BCE nel 2015, attestandosi intorno al 3,5%.
Nonostante il declino nel possesso di BTP da parte delle banche italiane, che hanno visto scendere i loro investimenti da 381 miliardi di euro a 347 miliardi in un anno, il mercato del debito italiano sta dimostrando una resilienza inaspettata. La riduzione del bilancio della BCE di circa 2000 miliardi di euro, con un calo del 22% dalla metà del 2022, non ha scatenato le turbolenze finanziarie che molti temevano, in parte grazie proprio all’ingresso di questi nuovi attori.
Il scenario attuale rappresenta un cambio di rotta significativo e sfida previsioni e analisi precedenti. Resta ora da monitorare come si evolveranno i bilanci degli investitori istituzionali e privati e quale impatto avrà sul più ampio contesto economico europeo. Gli occhi sono rivolti non solo alle future mosse della BCE ma anche alle reazioni degli operatori di mercato che, tradizionalmente sensibili ai rendimenti offerti, potrebbero definire il nuovo equilibrio del debito sovrano dell’eurozona.