
In un contesto di crescente instabilità globale, il presidente Sergio Mattarella ha evidenziato l’urgente necessità di restaurare la coesione sociale e procedere verso obiettivi comuni. Il suo discorso, pronunciato in occasione dell’inaugurazione di Agrigento come Capitale della Cultura, ha toccato temi profondi che risonano preeminentemente nell’attuale scenario socio-politico.
Citando il filosofo antico Empedocle, che vedeva nelle dinamiche di unione e separazione delle forze elementari la base della vita e della morte, Mattarella ha tracciato un parallelo con le sfide che la società contemporanea affronta. L’unione degli elementi rappresenta non solo un concetto astronomo o filosofico ma diviene un imperativo essenziale per contrastare le crisi che minacciano la dignità umana e la stabilità sociale.
L’accenno alle guerre che insanguinano l’Europa, il Mediterraneo e altre regioni del mondo serve come sveglia brusca alla memoria collettiva e al senso di responsabilità che ogni stato deve perseguire. Le violazioni dei diritti umani, che spesso passano in secondo piano nei media mainstream, vengono elevate a simbolo della mancanza di quella coesione che il Presidente invoca. Mattarella mette in evidenza come queste violazioni cancellino non solo la dignità ma la vita stessa degli individui, sollecitando un’azione unita per affrontare e risolvere tali tragedie.
La crescente disuguaglianza economica e le condizioni di povertà estrema sono risaltate come ulteriori esempi dell’impellente bisogno di un’azione congiunta. La marginalità non è solamente un fenomeno economico ma cultura e sociale, che aliena individui e comunità dal contesto di benessere più ampio e impedisce lo sviluppo integrale della società.
In risposta a queste dinamiche, il presidente esorta a una “rigenerazione della coesione” per procedere insieme, superando divisioni e contrasti che hanno troppo a lungo caratterizzato il tessuto sociale, tanto a livello nazionale quanto internazionale. La metafora di Empedocle diviene così un appel urgente a ritrovare armonia nelle diversità, al fine di affrontare congiuntamente e con determinazione le problematiche che affliggono il nostro tempo.
L’evento di Agrigento si configura non solo come una celebrazione culturale ma anche come catalizzatore di un messaggio più ampio, un richiamo alla responsabilità condivisa di fronte alle sfide ampie dell’umanità. In questo, il logo della manifestazione, rappresentativo della necessità di unione, non simboleggia soltanto la riscoperta di radici comuni ma l’aspirazione a una solidarietà globale, da perseguire con resilienza e determinazione.
Questa visione, concretizzata dalla voce del Presidente Mattarella, richiama la politica, la società civile e ogni singolo individuo a una riflessione profonda sulle proprie azioni e sulla direzione collettiva verso cui muovere, non solo all’interno dei confini nazionali ma in una dimensione realmente globale. Ristabilire la coesione sociale e politica è più che mai un dovere urgente, al fine di garantire un futuro equo e sostenibile per tutte le generazioni.