
In un evento che sta suscitando ampio dibattito in Lombardia e non solo, il sovrintendente del Teatro alla Scala di Milano, Dominique Meyer, ha mosso un passo significativo nel contesto culturale italiano supportando la proposta sindacale di attribuire il nome di Carla Fracci all’aeroporto di Malpensa. La petizione, promossa da Filt Cgil nazionale, Cgil Milano e Cgil Lombardia, mira a sostituire la recente intitolazione dell’aeroporto a Silvio Berlusconi, un nome che secondo gli istigatori della mozione divide più che unire.
Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) e l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile (ENAC) hanno recentemente confermato l’intitolazione a Berlusconi, un’ex figura politica che, nonostante il significativo impatto sul panorama italiano, continua a evocare contrasti all’interno della società. Le organizzazioni sindacali sostengono fermamente che Carla Fracci, celebre ballerina milanese e icona della cultura italiana nel mondo, rappresenterebbe una scelta più armoniosa e unificatrice.
Carla Fracci, insignita di numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali tra cui la Dama di Gran Croce e la Medaglia d’oro ai benemeriti della cultura e dell’arte, è descritta nella petizione come epitome dell’eleganza e maestria italiana, la cui fama trasversale avvalorerebbe l’immagine di Malpensa e dell’Italia all’estero.
L’intitolazione di Malpensa a una figura femminile di tale calibro non solo sarebbe una scelta innovativa nel panorama degli aeroporti italiani, ma potrebbe anche posizionarsi tra le scelte più progressiste su scala mondiale, rompendo una tradizione spesso incline a valorizzare esclusivamente figure maschili. Questo gesto potrebbe fungere da catalizzatore per una più ampia riflessione sul ruolo delle donne nella società e nella cultura italiana, proponendo un modello di innovazione all’insegna dell’inclusività.
La resistenza alla proposta di intitolazione a Berlusconi è alimentata dalla considerazione su quanto un nome possa influenzare la percezione di un luogo di importanza strategica come un aeroporto, che serve non solo la città di Milano ma l’intera regione Lombardia e agisce da hub internazionale. La scelta del nome, pertanto, non è un mero dettaglio burocratico o un tributo superficiale, ma una dichiarazione di valori, un messaggio che ogni visitatore porta con sé.
In tempi in cui la cultura e l’arte reclamano rinnovato riconoscimento come pilastri di una società democratica e aperta, la figura di Carla Fracci emerge non solo come simbolo di eccellenza artistica, ma anche come un potente veicolo di valori condivisi basati sulla meraviglia, il rispetto e l’inclusione. La Scala, sotto la guida di Meyer, e con il supporto delle grandi federazioni sindacali, propone quindi un dialogo centrato sui principi di unità e celebrativo delle figure che hanno elevato il nome dell’Italia nel mondo.
Se questa proposta dovesse prevalere, rappresenterebbe un momento significativo nella storia culturale italiana, segnando un passo audace verso una reinterpretazione contemporanea dell’identità nazionale attraverso figure che hanno transciso i confini geografici e culturali, promuovendo l’Italia come un crocevia di arte, storia e innovazione.