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Musto (Lega): a Genova registrazione bambini coppie di donne, in Italia tutti legiferano tranne il Parlamento.

In AVELLINO, CAMPANIA, IN EVIDENZA, POLITICA
Giugno 25, 2025
La nota di Eugenio Musto responsabile del dipartimento della famiglia della Lega della provincia di Avellino.

Fanfani aveva previsto tutto, «Volete il divorzio? Allora dovete sapere che dopo verrà l’aborto. E dopo ancora, il matrimonio tra omosessuali. E magari vostra moglie vi lascerà per scappare con la serva!». È chiaro, i tempi sono cambiati, per molti aspetti in meglio, per troppi altri in peggio. E l’unione – non chiamatelo matrimonio – tra i due sessi, oggi, è giustamente, a parer mio, consentito. Una compagna o un compagno di vita ha il diritto di essere riconosciuto per quel che de facto è. Non è possibile che, dopo diversi anni insieme, non si debbano riconoscere sacrosanti diritti e, soprattutto, doveri nei confronti di chi ha speso la propria esistenza terrena accanto ad una donna o ad un uomo. Qui, però, il punto è un altro, e uno Stato serio dovrebbe tutelare la parte più debole: un bambino ha il diritto di avere una mamma e un papà oppure può essere oggetto dei desiderata di adulti più o meno consapevoli? Un giudice, un amministratore locale ha la facoltà di rendere legge ciò che in Italia legge non è o non è ancora? Il sindaco di Genova, guarda caso di sinistra, pensa di poter modificare una legislazione attraverso il banale espediente del precedente, supportata da una sentenza costituzionale basata su un presumibile vuoto normativo. Come, qualche mese fa, la Regione Toscana, a guida PD (sinistra, altra coincidenza), decise autonomamente di infischiarsene della legislazione nazionale, introducendo l’eutanasia – a pochi mesi dalle nuove elezioni, peraltro -, così in Liguria si impone agli italiani un atto del tutto autoreferenziale.  E pure in questo caso, la questione è ben più profonda ed esula persino dalle posizioni personali di destra e sinistra, di cattolici o atei. In Italia, è ancora necessario mantenere un Parlamento che ha perso la propria funzione primaria, approvare progetti di legge?  Perché ormai è assodato che l’aula principe dei processi legislativi italiani, puntualmente e volontariamente, si sottrae al proprio compito basilare. In Italia, legiferano, ormai, solo i magistrati; e la sinistra non perde occasione per affermare la propria ideologia, o, più che altro, per darsi un perché. Ma se i magistrati e la sinistra conquistano spazi di manovra, anche rispetto a ruoli e contesti che non sarebbero di loro competenza, è perché c’è una totale assenza di quel Parlamento legiferatore di cui parla la Costituzione, tanto cara sempre a sinistra e magistrati. Qui non si parla di riacquistare il primato della politica bensì di denunciare una totale assenza di politica. D’altronde, già Mosca come Pareto e Michels avevano previsto finte democrazie controllate da più o meno celate oligarchie, ed oggi stiamo verificando in maniera plastica tutta l’attualità di quelle teorie elitiste. Quello che non avevano immaginato, forse, come scriveva Panfilo Gentile negli anni sessanta, è che saremmo potuti inciampare in «un’oligarchia di mezze calzette». Se deputati e senatori italiani avessero conservato quel minimo di dignità grazie alla quale, in tempi non sospetti, la medaglietta parlamentare incuteva venerazione o terrore, dovrebbero intervenire affinché venga ripristinata la propria prerogativa fondamentale, o sancirebbero ineluttabilmente la totale ed assoluta inutilità del Parlamento e del proprio ruolo.

dalla redazione

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Redazione