
Il recente decreto Salva-casa, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, segna importanti novità nel panorama normativo edilizio, mirando a semplificare le procedure di sanatoria e accertamento di conformità per gli immobili su tutto il territorio nazionale. Questo provvedimento decreta l’avvio formale delle richieste di regolarizzazione che i proprietari di immobili possono ora inoltrare ai Comuni, facendo leva su una serie di innovazioni normative sin da subito operative.
Un’aspetto chiave del decreto è l’introduzione del meccanismo del ‘silenzio assenso’, una misura volta a velocizzare le pratiche burocratiche. Di fronte a un’amministrazione comunale presumibilmente oberata di domande, l’assenza di una risposta entro termini prefissati equivale a un’accettazione dell’istanza. Questi termini variano a seconda della natura del permesso richiesto: 45 giorni per la sanatoria; 30 giorni per le Segnalazioni certificate di inizio attività (Scia); e 180 giorni nei casi di immobili sottoposti a vincolo paesaggistico.
Il decreto rientra ora nell’iter parlamentare per ulteriori modifiche, con Matteo Salvini che ha già preannunciato possibili ampliamenti e cambiamenti al testo attuale, stimolando un dibattito che probabilmente porterà ulteriori affinamenti regolamentari.
Tra le innovazioni più rilevanti vi sono quelle relative alle verande e all’edilizia libera. Ad esempio, le vetrate panoramiche amovibili, o Vepa, possono ora essere costruite senza necessità di preavviso comunale, anche in aree comprese all’interno dell’edificio come i porticati. In aggiunta, la protezione dal sole e dagli agenti atmosferici, mediante tende o pergolati, non comporterà la necessità di permessi se non vengono creati spazi chiusi permanentemente.
Il decreto incrementa anche i limiti di tolleranza per gli interventi edili minori. Le variazioni ammissibili nelle misure delle costruzioni e nelle modifiche non strutturali sono state adeguatamente estese, sollevando gli oneri burocratici per gli interventi realizzati prima del 24 maggio.
Una modifica sostanziale riguarda l’accertamento di conformità, che ora richiede la cosiddetta “doppia conformità” solo per i casi più gravi, facilitando così molte delle situazioni meno problematiche. Per dimostrare lo stato legittimo dell’immobile, sarà sufficiente presentare il titolo di un ultimo intervento edilizio sanato, agevolando di molto la vita ai cittadini.
Il decreto favorisce anche la flessibilità per i cambi di destinazione d’uso delle proprietà, laddove s’impongono restrizioni meno stringenti, soprattutto all’interno di determinate categorie funzionali.
Concludendo, il decreto Salva-casa rappresenta un avvicinamento verso una maggiore efficienza e minor complicazione nell’ambito delle regolamentazioni edilizie. Questa innovazione normativa riflette un tentativo di adattarsi alle dinamiche urbane in continua evoluzione e di assecondare le esigenze dei cittadini, facilitando gli adeguamenti e contribuendo al rinnovamento del tessuto urbano italiano. Il dibattito parlamentare che seguirà sarà cruciale per determinare l’efficacia e l’equità delle soluzioni proposte, con l’obiettivo di bilanciare sviluppo urbano e conservazione del patrimonio paesaggistico e architettonico del paese.