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Nuove Prospettive nell’Assistenza Sociale: L’Impatto dell’Adi e della Sfl tra i Percettori di Reddito

In ECONOMIA
Gennaio 30, 2025

Nell’attuale panorama socioeconomico italiano, un elemento spicca nel rilevare l’efficacia delle politiche sociali attuate: il nuovo percorso di assistenza finanziaria che ha visto l’integrazione tra il reddito di cittadinanza e le più recenti introduzioni dell’Assegno di inclusione (Adi) e del Supporto alla formazione lavoro (Sfl). Ad un attento esame dei dati forniti dall’INPS, emerge una visione chiara di come tali misure stiano redirezionando le risorse verso i nuclei più vulnerabili della società.

Fino a luglio del 2023, circa 1,07 milioni di nuclei familiari percepivano il reddito di cittadinanza, una misura introdotta per elevare i livelli di benessere delle famiglie in condizioni di precarietà economica. Tuttavia, il passaggio alle nuove misure Adi e Sfl testimonia un approccio più mirato: il 60% dei precedenti beneficiari ha ottenuto sostegno tramite queste nuove iniziative. Il dato è significativo perché evidenzia una trasformazione nell’alocazione del supporto finanziario, concentrando gli sforzi su individui e famiglie con maggiore fragilità – minori, anziani, disabili e persone identificate dai servizi sociali come in condizione di svantaggio certificato.

Resta però un 25% di quei nuclei che, nonostante la precedente partecipazione al reddito di cittadinanza, non ha presentato domanda per le nuove misure. Il motivo di questa mancata trasizione potrebbe radicare in una serie di fattori, fra cui la mancanza di informazione o la disillusione verso l’efficacia dei programmi di sostegno. Parallelamente, un ulteriore 15% delle domande presentate non è stato accettato, sollevando interrogativi sulla stringenza dei criteri di selezione, che potrebbero, nei fatti, escludere dal supporto persone ancora in necessità di assistenza.

Un’analisi più profonda dei beneficiari delle nuove misure Adi e Sfl rivela che queste non sono solamente strumenti di supporto economico diretto, ma piani strutturati che mirano alla reintegrazione sociale e lavorativa delle persone. L’Adi, per esempio, prevede una serie di interventi che possono incluire il sostegno psicosociale e la formazione professionale, a seconda delle esigenze individuali. Parallelamente, il Sfl incoraggia l’ingresso o il reintegro nel mercato del lavoro, attraverso corsi di formazione e certificazioni professionali.

Questa transizione focalizzata evidenzia un cambiamento paradigmatico nella gestione delle politiche sociali italiane. Muovendo verso una visione più integrata e coesa dell’assistenza, il governo cerca di costruire una rete di sicurezza che non si limita al semplice assegno mensile, ma che equipaggia gli individui per una sostenibile autonomia economica e lavorativa.

Nonostante l’innovazione delle misure, permane la necessità di monitorare attentamente il loro impatto e l’effettiva capacità di inclusione. La storia di ogni beneficiario, insieme alle statistiche generali, sarà fondamentale per affinare gli strumenti di politica sociale e garantire che nessuno resti indietro. Soprattutto in tempi di incertezza economica, la solidarietà e l’efficienza devono andare di pari passo per costruire una società più giusta e inclusiva.