Il 2025 ha aperto il sipario su uno scenario finanziario europeo decisamente poco incoraggiante, segnato da una prevalente colorazione rossa nelle principali borse del continente. Questa tonalità, che riflette decrementi nelle valutazioni di mercato, ha dominato la scena finanziaria in un periodo già carico di aspettative e incertezze, principalmente a causa dell’imminente insediamento del presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, previsto per la fine di gennaio.
Tra gli indici più influenti, lo Stoxx 600 ha registrato un lieve calo del quarto di punto percentuale, ma è nel settore bancario che si sono evidenziate le oscillazioni più significative. Banche come Bper, Mps e Unicredit hanno subito diminuzioni dal 3,45% al 5,1%, incidendo negativamente sull’indice milanese Ftse Mib, che ha chiuso con un calo del 0,9%, scendendo al di sotto della soglia psicologica dei 34.000 punti.
In contrasto con queste performance, il settore energetico ha mostrato una resilienza e una vitalità maggiori. Compagnie come Saipem, Tenaris ed Eni hanno registrato incrementi apprezzabili, grazie anche al rialzo delle quotazioni del petrolio e del gas naturale. Quest’ultimo, in particolare, ha visto una ripresa nel prezzo a seguito dello stop delle forniture russe attraverso l’Ucraina, con il Ttf ad Amsterdam che ha toccato i 49,5 euro per megawattora.
Nonostante le flessioni nel settore bancario e dei beni di consumo, alcuni settori hanno saputo tenersi a galla. Inwit e Tim, ad esempio, hanno mostrato incrementi che vanno dall’1,14% all’1,38%, segnali di una possibile diversificazione nella forza del mercato che potrebbe bilanciare le turbolenze in altri ambiti.
A livello macroeconomico, il differenziale di rendimento tra i titoli di stato italiani, i Btp, e i Bund tedeschi è rimasto relativamente stabile, attestandosi a 115,8 punti con un rendimento che, sebbene in calo, si mantiene al 3,48%. Questo indica un certo grado di fiducia, o perlomeno di cautela, da parte degli investitori nei confronti del debito sovrano italiano.
Infine, l’euro ha mostrato una debolezza nei confronti del dollaro, scambiandosi a 1,0334, riflettendo possibili preoccupazioni sul mercato valutario legate sia alle politiche interne in Europa sia alle aspettative per la nuova amministrazione americana.
All’inizio di questo 2025, il panorama economico europeo appare quindi come un mosaico complesso di forze contrastanti. Da un lato, il rosso delle perdite bancarie e dei mercati azionari subisce l’influenza di indicatori economici e politici poco rassicuranti; dall’altro, il settore energetico e alcune eccellenze nel campo tecnologico e infrastrutturale offrono sprazzi di ottimismo in un contesto altrimenti incerto. Gli analisti continueranno a monitorare con attenzione questi sviluppi, cercando di anticipare i movimenti che potrebbero definire le traiettorie economiche del continente per il resto dell’anno.