
In un giorno di profonda riflessione e commemorazione, l’Italia ha segnato l’ottantesimo anniversario della liberazione di Auschwitz con una cerimonia solenne al Quirinale, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e altre alte cariche dello Stato. In questo contesto, il Presidente ha sottolineato con vigore che Auschwitz rimane un simbolo indelebile della brutalità a cui può arrivare l’umanità quando pervasa da odio e intolleranza.
“Auschwitz rappresenta un monito perenne alla coscienza umana, un luogo dove il disprezzo per la vita e la dignità umana hanno trovato una delle loro espressioni più oscure e devastanti,” ha dichiarato Mattarella durante il suo discorso. Il Presidente ha enumerato come esempi la perdita di diritti, la tolleranza e il rispetto, che, abbandonati, possono condurre l’umanità verso la guerra e il razzismo.
Parallelamente, la senatrice a vita Liliana Segre ha toccato un tema stimolante e, in certo modo, speranzoso. Dialogando con gli studenti presenti, ha focalizzato l’attenzione sull’importanza dell’accoglienza e dell’empatia verso gli altri per prevenire i conflitti e promuovere la coesione sociale. “L’accoglienza risolverebbe tutti i problemi,” ha affermato Segre, suggerendo che un atteggiamento inclusivo e accogliente potrebbe essere la chiave per evitare le atrocità del passato.
Le riflessioni della Senatrice Segre non sono solo un richiamo alla gentilezza, ma anche un duro promemoria di quanto facile sia scivolare verso l’indifferenza. Ha condiviso ricordi dolorosi della sua esperienza personale durante l’Olocausto, quando fu testimone della deportazione barbara degli ebrei dalla sua città natale, Milano, e dell’indifferenza che spesso incontrava.
L’intervento di Segre ha evidenziato un contrasto marcato tra l’indifferenza e l’azione. Ha ricordato la complicità del silenzio di molti, inclusa sua maestra e altre figure autoritarie dell’epoca, che accompagnarono senza opporsi le atrocità nazifasciste. Eppure, non si può dimenticare il coraggio delle tre ragazze che le rimasero accanto e che l’hanno sostenuta per tutta la vita, simbolo di un’umanità ancora capace di solidarietà anche nei momenti più bui.
Le celebrazioni sono proseguite alla presenza di importanti figure politiche e istituzionali, tra cui la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il Vicepremier Antonio Tajani, mostrando un fronte unito nella commemorazione e nella riflessione su uno dei capitoli più tristi della storia europea.
L’intervento delle autorità, unito alla ricchezza delle testimonianze e al simbolismo dell’arte presente, come l’opera di Emilio Isgrò che ha reinterpretato i “provvedimenti per la difesa della razza italiana”, ricorda non solo la necessità di conservare la memoria storica ma anche l’importanza del dialogo intergenerazionale sulle questioni di giustizia, diritti umani e rispetto reciproco.
L’evento ha offerto un momento di profonda riflessione nazionale sull’importanza del ricordo e dell’educazione storica per garantire che orrori come quelli avvenuti ad Auschwitz-Birkenau non si ripetano mai più. Inoltre, le parole di Segre sul potere dell’accoglienza riecheggiano come un invito a riflettere su come, nella società contemporanea, possiamo agire consapevolmente per costruire un futuro più aperto e inclusivo.