Premio Mario Bocchi 2024 per l’arte d’impegno civile agli artisti di Gaza.

In INSERTI CULTURA
Dicembre 30, 2024
È un premio collettivo alla memoria di quelli uccisi e in onore di quelli in vita.

Il Premio Mario Bocchi 2024 per l’Arte d’impegno civile, alla quinta edizione, è stato conferito oggi, dal comitato di esperti dell’Archivio Storico Bocchi, agli artisti di Gaza che con coraggio, nonostante la guerra, i bombardamenti, le incursioni dei militari israeliani, gli spostamenti forzati, hanno continuato a produrre opere che hanno aiutato i loro connazionali a resistere alle violenze e ai drammi di un conflitto devastante e criminale. È un premio collettivo alla memoria di quelli uccisi e in onore di quelli in vita. Non faremo i nomi di quest’ultimi, che pur conosciamo, per evitare che diventino degli obiettivi, delle vittime ulteriori o subiscano ritorsioni o peggio, dagli aggressori di Gaza.  Il Premio è intitolato alla figura di Mario Bocchi, nato in una famiglia libertaria e antifascista dell’Oltretorrente di Parma, comandante Partigiano nella Seconda guerra mondiale, nel dopoguerra amico di artisti come Pablo Picasso, Renato Guttuso, Alberto Giacometti, Sebastian Matta, Karel Appel, Graham Sutherland e tanti altri, che fu un promotore delle arti nella “Parma capitale della cultura” degli anni ’60 e sostenitore dei giovani artisti italiani degli anni ’60 e ’70. Dall’aprile 2024 il “Forbidden Museum” (il Museo proibito) fondato dagli artisti palestinesi ha promosso la mostra di più di 40 artisti di Gaza che hanno lavorato nel corso della guerra, riaffermando con la loro ricerca estetica i valori universali di umanità e tolleranza. Il loro lavoro genera profonde riflessioni sull’arte e sulla vita, affrontando una realtà che riguarda ormai non solo Gaza ma tutto il mondo. Come è scritto nel loro “Manifesto per l’arte”, le esperienze vissute hanno fatto nascere l’idea di un’impresa collettiva che hanno chiamato “Biennale di Gaza”, un evento futuro per un’arte globale con contenuti importanti per documentare la vita in guerra e un’idea di sopravvivenza. L’arte degli artisti di Gaza permette di porre domande e di raccontare storie che non sono alla portata dei mezzi di informazione e delle statistiche.  Creando quotidianamente nonostante il fuoco infernale dei droni e degli aerei, gli artisti di Gaza hanno dimostrato nuovamente che l’arte, come è accaduto per “Guernica” di Pablo Picasso, è un mezzo fortissimo per opporsi alla distruzione e all’orrore. La creazione artistica, sia quella tradizionale che quella innovativa, degli artisti di Gaza dimostra dopo più di 400 giorni di essere più forte delle bombe e un simbolo perenne della Resistenza umana. Il coraggio di questi artisti sono la dimostrazione più evidente di quello che sosteneva Marcel Duchamp, “La vita è arte”.

di Mat. Lib.