Il mercato del lavoro in Italia continua a dimostrare una vivacità lodevole, soprattutto nel campo dell’occupazione stabile. I dati più recenti forniti dall’Osservatorio Inps sul precariato rivelano un scenario incoraggiante per i primi due mesi del 2024: il saldo tra contratti attivati e cessati emerge positivo, nonostante una leggera decelerazione rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente.
Nel dettaglio, nei mesi di gennaio e febbraio 2024, i datori di lavoro del settore privato (esclusi domestici e operai agricoli) hanno stipulato un totale di 1.243.368 contratti. Questo dato, confrontato con le 974.399 cessazioni di contratto, mostra un saldo positivo di 268.969 posti di lavoro. Rispetto all’anno scorso, quando il saldo tra attivazioni e cessazioni fu positivo per quasi 300.000 contratti, si nota una differenza in diminuzione. Tuttavia, la cifra rimane notevolmente alta, confermando la vitalità del mercato.
Particolarmente significativa è la situazione per quanto riguarda i contratti a tempo indeterminato, con una variazione netta positiva di 139.967 unità. Questi dati, pur essendo inferiori ai 173.871 del periodo corrispondente del 2023, sottolineano un trend di favorire l’occupazione stabile su quella precaria. Verosimilmente, questa preferenza per la stabilità lavorativa si riflette positivamente sulla prospettiva economica del Paese, poiché lavoratori con contratti stabili tendono a contribuire maggiormente al consumo interno, data la maggiore sicurezza economica.
Dal punto di vista della crescita annua, c’è stata una leggera flessione nel saldo dei posti di lavoro. A febbraio 2024, la differenza annuale tra assunzioni e cessazioni è stata di 488.000 posti, leggermente inferiore ai livelli superiori ai 500.000 degli ultimi cinque mesi. La spiegazione di questa tendenza può essere attribuita alla naturale variabilità del mercato del lavoro, compresa la stagionalità di certe industrie e la lenta ripresa economica in alcune regioni.
In termini di tipologia di contratti, si nota una flessione nell’apprendistato e nella somministrazione, rispettivamente del 10% e del 6%, mentre i contratti a tempo indeterminato hanno mostrato una contrazione minore del 4%. È interessante notare, invece, un incremento delle assunzioni con contratti di lavoro stagionale e intermittente, che hanno segnato un aumento del 4% e del 1%, rispettivamente.
Altro aspetto degno di nota è la diminuzione dei rapporti di lavoro incentivati, con una riduzione complessiva su base annua del 7%. In particolare, l’esonero contributivo totale per i giovani è crollato del 64%, un segno chiaro di discontinuità rispetto agli sconti contributivi previsti dalla legge del 2022. Ciò potrebbe rappresentare un campanello d’allarme per il sostegno all’occupazione giovanile nel nostro Paese.
Infine, è fondamentale enfatizzare l’importanza di un mercato del lavoro che premia la stabilità dell’impiego. Nonostante le fluttuazioni a breve termine e la necessità di una riflessione critica sulle politiche di incentivazione, l’andamento del mercato del lavoro italiano nei primi due mesi del 2024 offre una prospettiva sostanzialmente positiva. La crescita dei contratti a tempo indeterminato non solo promuove un ambiente lavorativo più sicuro e prospero, ma trascina progressivamente l’intero tessuto economico nazionale verso una stabilità di lungo periodo essenziale per la crescita e lo sviluppo futuro.