Una scena insolita ha accolto i passanti questa mattina davanti al consiglio provinciale di Bolzano. Il movimento “No excuses” ha allestito un’installazione di protesta denominata “Walk of shame”, proprio nel giorno dell’elezione di Arno Kompatscher a Presidente della Provincia autonoma con il supporto dei partiti Fdi, Lega, La Civica e Freiheitlichen.
I manifestanti hanno adagiato un tappeto rosso che conduceva a una poltrona sormontata da una corona, una chiara metafora di critica alla leadership. Fogli sparsi, intanto, facevano da eco a presunte citazioni degli esponenti della maggioranza futura, mentre un altoparlante amplificava interviste della scena politica locale. Un simbolo eloquente di disapprovazione verso la nuova giunta, descritta dai contestatori come composta da individui dall’orientamento politico estremo, con atteggiamenti omofobi e negazionisti del cambiamento climatico.
Moritz Holzinger, uno dei promotori dell’iniziativa, ha affermato che la nuova coalizione non rispecchia i valori di una parte significativa dell’elettorato. “Nonostante le proteste pacifiche di oltre mille persone nelle scorse settimane, che hanno visto la partecipazione non solo della sinistra ma anche di centristi, le voci critiche sembrano essere state sistematicamente ignorate” dichiara Holzinger.
La performance rappresenta un tentativo di catturare l’attenzione su quello che per molti è un allontanamento dai princìpi fondamentali di inclusività e attenzione alle tematiche ambientali. La scelta di Kompatscher di non interagire con l’installazione ha ulteriormente acceso gli animi, venendo interpretata come una mancata considerazione non solo verso l’azione simbolica ma anche rispetto alle preoccupazioni politiche espresse dai suoi stessi alleati.
Questo episodio si configura come l’ultima manifestazione di un clima politico in Provincia di Bolzano sempre più polarizzato. La risonanza creativa della protesta, nonostante le implicazioni politiche, dimostra come l’arte e la metafora possano essere strumenti potenti per comunicare il dissenso e invitare al dialogo in una società democratica. Resta da vedere se la voce dei contestatori riuscirà a influenzare le direzioni della politica provinciale o se, al contrario, verrà soffocata dalle dinamiche di potere attuali.