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Querela di John Elkann contro Porta a Porta per Violazione della Privacy

In POLITICA
Marzo 16, 2024

Un nuovo capitolo di tensione si apre tra la figura pubblica dell’imprenditore John Elkann e il noto programma televisivo Porta a Porta, gestito dall’emittente pubblica Rai. Come riferito dagli avvocati legali di Elkann, una troupe del programma ha recentemente effettuato riprese con un drone nei pressi dell’abitazione privata dell’imprenditore a Torino, sollevando pesanti questioni di privacy e rispetto della vita privata.

Il fatto è avvenuto alcuni giorni or sono quando il film maker della trasmissione Porta a Porta, operando con una licenza di volo regolare, ha condotto riprese aeree mediante l’ausilio di un drone, investendo così un’area prossima all’abitazione di John Elkann. Il team legale di Elkann, composto dagli avvocati Paolo Siniscalchi, Federico Cecconi e Carlo Re, ha preso una posizione decisa contro quello che considerano un inammissibile atto di invasione della sfera personale, che si aggrava in presenza di minori coinvolti nella famiglia.

Di seguito all’accaduto, i legali hanno espresso la loro intenzione di proteggere non solo la privacy ma anche la reputazione di Elkann e dei suoi familiari attraverso l’annuncio di una serie di iniziative giudiziarie. Essi hanno inoltre intimato di astenersi dalla messa in onda di qualsiasi immagine acquisita illegalmente, nonché dall’esercizio di ulteriori comportamenti analoghi.

Porta a Porta ha risposto specificando che il film maker incriminato ha interrotto le riprese dopo essere stato invitato a farlo dalla sicurezza personali dell’Elkann e che le immagini in questione non sono mai state trasmesse sul piccolo schermo. Inoltre, attraverso una nota, hanno ricordato un chiarimento del Garante della Privacy che data a settembre 2021, il quale sostiene che l’utilizzo di droni per scopi giornalistici sia lecito, a condizione di mantenere certe precauzioni come la non identificabilità delle persone inquadrare o altri dati sensibili.

I legali di Elkann hanno ribattuto a tali affermazioni, sottolineando che l’uso dei droni per finalità giornalistiche è consentito solo quando si tratta di pubblicare fatti di interesse pubblico e non si estende certo a riprese private, specialmente quando queste hanno luogo nel domicilio di individui e includono minori. Essi hanno inoltre richiamato il principio costituzionale dell’inviolabilità del domicilio, evidenziando che tale diritto è difeso anche alla luce del codice penale.

Questo caso apre un dibattito più ampio sul confine tra il diritto alla libertà di stampa e il diritto all’inviolabilità della vita privata, interrogando sulle modalità con cui i media possano perseguire il loro ruolo d’informazione rispettando allo stesso tempo la sfera personale dei cittadini. Nel contempo, la questione pone in evidenza la crescente tensione tra figure pubbliche e rappresentanti dei media in un’era dove la tecnologia offre strumenti di osservazione sempre più avanzati, ma potenzialmente intrusivi.