
La normativa italiana in materia di intercettazioni sta attraversando una fase di profondo cambiamento. Recentemente, il governo ha messo in atto una serie di aggiornamenti normativi che mirano a riscrivere le regole dell’intervento investigativo, rispondendo a una crescente preoccupazione per la tutela della privacy e la protezione dei diritti individuali.
Una delle modifiche più significative riguarda la limitazione del tempo consentito per le intercettazioni telefoniche e telematiche. Fino ad ora, le autorità avevano la possibilità di estendere quasi indefinitamente questo tipo di sorveglianza, in base alle richieste del pubblico ministero e all’autorizzazione del Giudice per le Indagini Preliminari (Gip). Tuttavia, con la nuova proposta legislativa — portata avanti dal senatore Zanettin e già passata attraverso l’esame della commissione Giustizia del Senato — questa pratica sarà circoscritta a un massimo di 45 giorni.
Dettagli supplementari della riforma evidenziano un netto irrigidimento nelle regole che circondano la documentazione delle comunicazioni. In particolare, le conversazioni che coinvolgono soggetti terzi non implicati nell’inchiesta non saranno più registrabili o utilizzabili, salvo nei casi in cui risultino direttamente rilevanti all’indagine. Questo si allinea a quanto definito nel ‘disegno di leg_ex_ic Nordio’, recentemente ratificato dal Parlamento, secondo cui anche nei provvedimenti cautelari richiesti dal PM e nelle ordinanze del Gip, dovrà essere evitata la menzione di dati personali non essenziali all’esposizione dei fatti.
Un’altra misura che riflette il crescente rispetto per le garanzie difensive è il divieto di intercettazione delle comunicazioni tra l’indagato e il suo difensore, salvo in casi eccezionali in cui vi sia un sospetto concreto che tali dialoghi nascondano materiale probatorio. Questa modifica, che eleva la protezione del rapporto avvocato-cliente a un nuovo standard, è parte integrante delle modifiche apportate al codice di procedura penale.
Le novità non si fermano qui. Vi è infatti una stretta notevole anche sul controllo dei dispositivi digitali come smartphone e tablet. In futuro, per attuare il sequestro di tali apparecchi e dei dati in essi contenuti, sarà indispensabile un’autorizzazione specifica del giudice per le indagini preliminari, che esaminerà la pertinenza di tali elementi con l’indagine in corso. Ciò significa una riduzione della possibilità per il PM di agire in autonomia su questi fronti, rafforzando ulteriormente la tutela della privacy degli indagati.
In aggiunta a questo complesso di regolamentazioni, è in discussione anche una proposta riguardante i trojan, questi software spesso utilizzati per infiltrarsi in dispositivi al fine di intercettare comunicazioni. L’intento è quello di delineare un quadro legale più chiaro e circoscritto per l’utilizzo di tali tecnologie, delineando con precisione quando e come possono essere utilizzati, riducendo il margine per abusi e interpretazioni eccessivamente estensive.
With these new norms, Italy positions itself at the forefront of a sensitive balance between the requirements of justice and the imperatives of individual rights, a topic that increasingly resonates not only within national borders but also across the globe.