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Rivoluzione in Casa Vivendi: Approvato lo Scorporo del Gruppo

In ECONOMIA
Dicembre 09, 2024

In una mossa che segna un punto di svolta nella sua storia, Vivendi, uno dei giganti globali nei media e nella comunicazione, ha ricevuto il via libera dall’assemblea straordinaria per una radicale ristrutturazione del gruppo. L’iniziativa, sostenuta con una maggioranza schiacciante di oltre il 90% dei voti, prevede lo scorporo di asset chiave e la loro successiva quotazione in borse diverse. Un’operazione che riscrive le prospettive future del conglomerato e ridefinisce il suo posizionamento nel competitivo mercato globale della media industria.

Il piano prevede la divisione di Vivendi in quattro nuove entità indipendenti, con le attività di Canal+, Havas e Louis Hachette Group – che comprende la partecipazione del 66,53% in Lagardère e del 100% in Prisma Media – ora pronte a essere quotate separatamente. La decisione rappresenta uno degli esempi più emblematici di come le grandi aziende stiano rispondendo alla necessità di maggiore flessibilità e specializzazione nel tumultuoso mercato dei media.

Canal+, il colosso delle telecomunicazioni radio e televisive, troverà la sua nuova casa nella borsa di Londra, mantenendo però le proprie radici operative in Francia. Havas, rinomata agenzia pubblicitaria, sarà introdotta sul mercato di Amsterdam. In contrasto, Louis Hachette Group, il braccio editoriale del conglomerato, sarà quotato su Euronext Growth a Parigi, segnando un importante passo nella sua strategia di espansione e consolidamento nel settore editoriale.

L’effetto di questa mossa strategica si farà sentire già a partire dal prossimo lunedì, quando le azioni delle nuove società inizieranno la loro negoziazione. Questo non solo potrebbe ristrutturare la dinamica dei singoli settori in cui le entità operate, ma anche riposizionare Vivendi come holding pura, focalizzata maggiormente su un portafoglio ridotto ma potenzialmente più influente di partecipazioni strategiche.

Dopo lo scorporo, Vivendi continuerà ad avere un ruolo di primo piano come holding di investimento, detenendo partecipazioni significative in colossi globali come Tim – con una quota che supera il 23% – Universal Music Group, Telefonica e Mediaset, quest’ultimo con una partecipazione complessiva del 22,9%.

Questa ristrutturazione potrebbe segnare una nuova era per Vivendi, facilitando una più stretta focalizzazione sulle sue partecipazioni rimanenti e potenzialmente aumentando il loro valore attraverso una gestione più agile e mirata. Inoltre, l’autonomia delle nuove società quotate potrebbe consentire loro di navigare con maggiore efficacia le specificità dei loro rispettivi mercati, ottimizzando strategie e risorse in modo più indipendente.

In conclusione, la decisione appena approvata dall’assemblea di Vivendi non è solo un profondo rinnovamento strutturale: è anche una scommessa sul futuro. Una scommessa che vede il gruppo districarsi tra le sfide di un economia globale incerta, ma con la chiara ambizione di emergere rinnovato e più competitivo. Come questa trasformazione influenzerà la posizione di Vivendi nel panorama globale dei media è ancora tutto da vedere, ma ciò che è certo è che il gruppo sta entrando in una nuova fase, carica di aspettative e opportunità.