
In un contesto economico europeo segnato da sfide continuative, il Partito Popolare Europeo (PPE) ha adottato una posizione che potrebbe portare a significative modifiche normative per le piccole e medie imprese (PMI). Durante l’ultima riunione a Berlino, i leader del PPE hanno proposto di interrompere temporaneamente, per un periodo di due anni, l’applicazione delle direttive UE riguardanti la rendicontazione della sostenibilità aziendale e la due diligence ambientale.
Le normative in questione, prevalentemente dirette al rafforzamento delle politiche di sostenibilità e alla riduzione dell’impatto ambientale delle attività aziendali, si sono mostrate particolarmente gravose per le realtà imprenditoriali di dimensioni minori. L’attuale legislazione obbliga infatti queste entità a impegnarsi in processi complessi di rendicontazione e verifica che, secondo il documento approvato dal PPE, risultano “eccessivi e onerosi”.
Il PPE suggerisce di limitare l’applicazione di queste normative solamente alle aziende con un organico superiore ai mille dipendenti, durante il periodo di sospensione proposto. Inoltre, si propone di eliminare gli effetti indiretti su tutte le PMI e di armonizzare le sovrapposizioni legislative attuali che causano duplicazioni di rendicontazione. La proposta include anche una riduzione di almeno il 50% nei carichi di rendicontazione per le grandi aziende, con l’obiettivo di creare un ambiente normativo più chiaro e meno oneroso per tutte le imprese colpite.
Friedrich Merz, leader della CDU tedesca, ha espresso preoccupazione per le conseguenze delle normative attuali, citando la perdita di oltre 300.000 posti di lavoro nell’industria tedesca negli ultimi tre anni. La causa, secondo Merz, risiederebbe proprio nella sovra-regolamentazione a livello nazionale e europeo. Il suo appello comune con Manfred Weber, presidente del PPE, è per una significativa riduzione della burocrazia europea, che si ritiene stia soffocando l’attività imprenditoriale.
La proposta del PPE mira quindi a bilanciare le necessità di protezione ambientale con le esigenze operative delle PMI europee, riconoscendo le difficoltà uniche che queste imprese affrontano. Si tratta di un passo che potrebbe innescare dibattiti accesi sui compromessi tra crescita economica e sostenibilità ambientale a livello continental.
Oltre a questi aspetti normativi, il “regolamento omnibus” proposto aiuterebbe a semplificare e chiarire il quadro legislativo per le imprese, facilitando così una maggiore focalizzazione sulle loro core activities senza la pesantezza amministrativa attuale. Resta da vedere come tale proposta verrà accolta dalle altre istituzioni europee e quale impatto avrà sull’agenda verde dell’Unione, che fino ad ora ha tenuto un passo deciso verso un futuro più sostenibile.
La discussione è aperta e le prossime mosse del PPE saranno determinanti nel modellare l’ambiente económico e normativo per le PMI in Europa.