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Un Simbolo Culturale in Parlamento: il Ministro Giuli e il Libro di Montanari

In POLITICA
Ottobre 23, 2024

Nel rito sempre vivace dell’interrogazione parlamentare, il Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, si è distinto in una mossa non convenzionale: portare con sé, nell’aula di Montecitorio, una copia del libro “Se amore guarda” dello storico dell’arte Tomaso Montanari. Un gesto simbolico, che arricchisce il dibattito su un tema tanto cruciale quanto attuale: l’incentivazione di una gestione più sostenibile delle istituzioni museali in Italia.

Il libro in questione, pubblicato nel 2003, è più di un semplice volume sulla storia dell’arte; è un trattato sulla importanza del patrimonio culturale, descritto come “la nostra religione civile” e “educazione sentimentale”. L’autore argumenta che il patrimonio culturale dovrebbe aiutarci a emaniciparci “dalla dittatura del presente, dall’illusione di essere i padroni della storia, dalla retorica avvelenata dell’identità”. Un messaggio potente, specie in tempi di rapidi cambiamenti sociali e politici.

Durante il question time, Giuli ha risposto alle domande del parlamentare Maurizio Lupi di Noi Moderati, focalizzandosi sulle iniziative governative volte a promuovere pratiche di gestione sostenibile in musei e altre istituzioni culturali. Il dibattito ha toccato punti vitali relativi alla conservazione del patrimonio e alla sua fruizione nel rispetto dell’ambiente e delle risorse.

L’atto di portare un libro così significativo in Aula non è solo un dettaglio aneddotico, ma si configura come una dichiarazione di intenti da parte del ministro, sottolineando l’importanza che questa amministrazione attribuisce alla cultura non solo come eredità, ma come strumento attivo di educazione e crescita civica. Mostra anche un’apertura verso concetti più profondi di “gestione”, che superano la mera amministrazione burocratica per abbracciare un approccio più filosofico e umanistico alla cura del nostro patrimonio culturale.

Questa visione si allinea con le tendenze contemporanee nelle politiche culturali europee, dove la sostenibilità ambientale si intreccia sempre più con la conservazione culturale. Strategie che considerano l’ambiente e la cultura parte di un unico ecosistema, necessario per la costruzione di una società più consapevole e responsabile.

La scelta di Giuli di evidenziare questi temi attraverso un testo accademico riporta in luce l’essenziale ruolo dell’educazione e della sensibilizzazione. Mantenere un dialogo aperto e informato sul patrimonio culturale, in cui il pubblico è invitato a riflettere sulla propria storia e identità, è fondamentale per evolvere da una memorizzazione passiva del passato a una interazione dinamica e critica con esso.

In conclusione, il gesto del Ministro della Cultura di portare un libro di Tomaso Montanari in Parlamento non è solo un fatto pittoresco o una mossa politica, ma rappresenta un ponte tra il mondo dell’arte, della storia e la gestione culturale contemporanea. Una sintesi tra il rispetto del passato e la proiezione verso un futuro sostenibile, in cui la cultura è vista come radice vivente e non come reliquia da ammirare passivamente. Un editoriale che, si auspica, prosegua nel dialogo costruttivo e nell’azione concreta verso questi elevati ideali.

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Redazione