Questa campagna elettorale regionale si caratterizza per i molteplici inviti che mi sono stati rivolti, sia alla mia persona che al gruppo con cui quotidianamente opero sul territorio di Avellino. Non nascondo di aver riflettuto sulla possibilità di una candidatura, ma ritengo che la storia e la tradizione personale debbano sempre prevalere sulle convenienze del momento, così come deve prevalere la decisione condivisa del gruppo di lavoro che, con coerenza, continua a impegnarsi ogni giorno nella difesa di un territorio oggi martoriato da anni di cattiva amministrazione politica. Per me è una decisione che va presa con il gruppo. Quel gruppo che ha sostenuto e continua a sostenere la mia persona; un gruppo fatto di donne e uomini con valori diversi, idee diverse, provenienze differenti, ma uniti da un principio comune: la tutela dell’interesse collettivo e la promozione della buona politica. Ritengo che questo gruppo vada preservato e tutelato, perché i cittadini in movimento e la mia persona non rappresentano un interesse del momento, ma un progetto di lungo respiro, fondato sulla serietà, sulla partecipazione e sulla responsabilità. Perché noi avremo tanti pregi e anche qualche difetto, ma il nostro pregio più grande è quello di rispettare la parola data. Poi, spesso, quella parola non ci viene restituita. Ma noi continuiamo a rispettare Avellino, a rispettare la sua gente, a rispettare tutti quegli studenti che ogni giorno mi seguono sui miei canali social, sul mio TikTok, perché iniziano a scoprire una città che non conoscevano, ma riescono a intravedere anche delle prospettive nuove, quelle che nessuno aveva mai raccontato loro. Ed è anche per loro che la nostra scelta è di coerenza e di dignità. Chi propone una candidatura alla mia persona o al mio gruppo deve comprendere che con noi è possibile espletare solo un lavoro fatto di buona politica, di visione, di progetto, con l’obiettivo di costruire una città e una regione nuove, capaci finalmente di voltare pagina. Ed è proprio questa convinzione, questa idea di politica come servizio e non come ambizione personale, a rappresentare le ragioni profonde della mia non-candidatura. La mia tradizione personale, indipendente da logiche di partito, mi ha visto restare distante da battaglie che non avrei sentito mie, né avrebbero rappresentato i valori in cui credo. Tuttavia, lo scenario attuale dei candidati è imbarazzante — non per le persone in sé, ma per le scelte compiute da alcuni partiti. I partiti dovrebbero tutelare la propria storia e il proprio elettorato, selezionando uomini e donne che incarnino i valori fondanti, non candidando soggetti per meri calcoli numerici o convenienze politiche, spesso destinate a ritorcersi contro. È ciò che purtroppo è accaduto anche a destra, dove oggi vedo candidati provenienti da quel “PD civico” la cui storia è nota a tutti: figure non allontanatesi per scelta, ma cacciate per vicende ben note e documentate dalla stampa e dai media locali. Questo modo di procedere non rappresenta l’elettorato. E quando leggo che molti cittadini annunciano di non voler votare, comprendo che il mio pensiero è in linea con quello di un centrodestra deluso, ma ancora autentico. Oggi Avellino è orfana. È orfana della politica, è orfana di una visione, di una classe dirigente capace di amare la propria città, che invece continua a svuotarsi. Negli ultimi giorni ho partecipato accanto agli studenti, per denunciare lo stato di degrado delle strutture scolastiche, obsolete e mal manutenute — di competenza provinciale, ma anche comunale. Scuole vecchie, inadeguate, spesso eredità di un’epoca pre-terremoto o costruite nel suo immediato dopoguerra, secondo modelli edilizi pesanti e ormai superati. Mentre il mondo corre verso edifici sostenibili, verdi e moderni, Avellino e l’Irpinia restano ferme, e i dirigenti scolastici, pur impegnati a migliorare i piani didattici, sono impotenti di fronte a strutture che non garantiscono più dignità, sicurezza e innovazione. Questa è la storia della nostra città. È la storia di una politica che dovrebbe essere guidata da persone che mettono al primo posto la tradizione, l’ideologia e il bene comune, e solo dopo gli interessi personali. Purtroppo, oggi accade l’opposto: a condurre la politica sono coloro che guardano solo al proprio tornaconto, dimenticando del tutto l’interesse collettivo. La mia scelta di non candidarmi nasce da qui: dal rispetto verso la mia storia, verso il gruppo che rappresento, e verso una comunità che merita una politica vera, non una somma di convenienze. “Coerenza, rispetto e visione: la nostra politica resta qui, tra la gente.”
di Marco Iandolo


