Notte di paura per 110 attivisti italiani del Movimento Europeo di Azione Non Violenta (MEAN), rimasti coinvolti in un violento attacco russo mentre viaggiavano in treno da Kiev verso il confine polacco. Il convoglio, partito nella notte tra sabato e domenica, è stato sorpreso dai bombardamenti nell’area di Zhytomyr e successivamente a Leopoli, dove si sono udite esplosioni e colpi d’artiglieria. Dopo ore di tensione e fermate forzate, il treno è riuscito a riprendere la corsa verso la Polonia. “Sono entrati tutti in Polonia e stanno bene”, ha scritto su X il ministro degli Esteri Antonio Tajani, confermando che nessuno degli attivisti italiani è rimasto ferito. Il ministro degli Esteri ucraino Andrii Sybiha ha ringraziato l’Italia per il sostegno, sottolineando di essere “lieto che gli italiani siano al sicuro”. Intanto, a seguito degli attacchi nella regione di Leopoli, la Polonia ha fatto decollare i propri aerei da caccia per garantire la sicurezza dello spazio aereo vicino al confine. Secondo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, la Russia ha lanciato oltre 50 missili e circa 500 droni d’attacco durante la notte, colpendo diverse regioni del Paese: Leopoli, Ivano-Frankivsk, Zaporizhzhia, Chernihiv, Sumy, Kharkiv, Kherson, Odessa e Kirovohrad. Il bilancio provvisorio è di cinque morti e una decina di feriti. “Non c’è stata una risposta forte e degna a tutto ciò che sta accadendo”, ha dichiarato Zelensky, lanciando un nuovo monito ai partner occidentali. “È per questo che Putin agisce così: si limita a prendere in giro l’Occidente”. L’attacco conferma l’intensificarsi della pressione russa anche nelle aree occidentali dell’Ucraina, finora considerate più sicure. Per gli attivisti italiani del MEAN, impegnati nella loro decima missione di solidarietà, la notte tra sabato e domenica resterà un ricordo indelebile — un viaggio per la pace attraversato dal fragore della guerra.
di Fausto Sacco

