Il prossimo 20 ottobre segnerà la fine ufficiale della Acs, la municipalizzata del Comune di Avellino che sarà posta in liquidazione. Una decisione che, oltre a chiudere un capitolo importante per la gestione dei servizi cittadini, mette in bilico il futuro dei suoi lavoratori. “In quella data mi spegnerò anche io”, ha commentato con amarezza il manager Gianluca Rotondi, presente questa mattina in piazza Libertà insieme agli ausiliari del traffico, all’ex sindaco Laura Nargi, al suo ex vice Bilotta, al consigliere Mattiello e al sindacalista Paolo Sarno. “Sono qui – ha spiegato Nargi – per stare al fianco dei lavoratori, capire cosa sta accadendo e difendere la scelta condivisa di nominare Rotondi alla guida dell’Acs per il suo rilancio”. Sul tavolo resta però il nodo più delicato: il destino dei dipendenti. Rotondi ha illustrato che l’unica via percorribile per un eventuale passaggio del personale al Comune sarebbe una cessione di cantiere “vuoto per pieno”, una soluzione che consentirebbe di mantenere i posti di lavoro all’interno dei servizi comunali. Alcuni lavoratori, prossimi alla pensione, potrebbero essere accompagnati all’uscita, mentre per altri si prospetta la possibilità di assorbimento da parte di aziende private. “Confido che il Commissario possa valutare la strada dell’internalizzazione – ha dichiarato Rotondi – perché chi ha dedicato vent’anni della propria vita all’Acs merita la serenità di concludere la carriera all’interno del Comune”. Il manager ha inoltre evidenziato come la società non versi in condizioni di crisi, ma anzi sia in attivo: “Lascio una partecipata sana, che non brucia soldi pubblici né accumula debiti. L’unico costo per le casse comunali è rappresentato dall’Iva, ma lo stesso avverrebbe se l’azienda fosse venduta a un privato”. Rotondi ha infine rivelato di aver predisposto un piano industriale per il rilancio dell’Acs come polo informatico a servizio del Comune e delle imprese cittadine, ma la decisione di liquidare la società è arrivata prima che il progetto potesse prendere forma. “Avrei voluto avere più tempo per lavorare – ha concluso – ma resto fiducioso che il Commissario possa tornare sui suoi passi e garantire un futuro ai lavoratori e ai servizi che l’Acs ha gestito con professionalità per anni”.
di Marco Iandolo

