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Disparità di Bilancio: la Spesa Militare Supera Oltre Otto Volte quella per il Clima

In POLITICA
Dicembre 31, 2024

Nel suo recente messaggio di fine anno, il Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, ha sollevato una questione cruciale che merita una riflessione approfondita e urgente. Con una chiarezza disarmante, il Capo dello Stato ha messo in risalto una sproporzione allarmante tra le spese globali dedicate agli armamenti e quelle destinate a combattere il cambiamento climatico. Mentre il mondo assiste a un incremento senza precedenti degli investimenti in armi, principalmente come risposta alle tensioni geopolitiche attuali – in particolare l’agressione russa all’Ucraina – i fondi allocati per il clima sembrano decisamente insufficienti.

Secondo il Presidente Mattarella, nel corso dell’ultimo anno, la spesa mondiale per gli armamenti ha raggiunto il picco record di 2.443 miliardi di dollari. Questa cifra è otto volte superiore a quella impegnata durante la COP29 di Baku per affrontare le sfide del cambiamento climatico. Tale confronto non solo evidenzia una preoccupante disparità di risorse ma solleva anche interrogativi significativi sulla direzione delle nostre priorità collettive.

L’aumento della spesa in armi è comprensibilmente legato alla necessità di tutelare la sicurezza nazionale in un contesto internazionale incerto e turbolento. Tuttavia, la minaccia del cambiamento climatico non è meno reale né meno urgente. I cambiamenti nei modelli climatici, l’aumento del livello del mare, l’intensificazione degli eventi meteorologici estremi e le loro devastanti ripercussioni sulle società e le economie globali rappresentano una sfida esistenziale, che richiede un impegno finanziario e strategico comparabile, se non superiore, a quello riservato alla difesa.

La contrapposizione tra spese per la sicurezza immediata e investimenti per la salvaguardia ambientale a lungo termine pone un dilemma etico e strategico. Non è un segreto che i cambiamenti climatici potranno essere fonte di ulteriori tensioni geopolitiche, alimentando cicli di povertà, migrazioni forzate e conflitti. Di conseguenza, l’investimento in soluzioni climatiche non solo è una mossa ecologica ma si configura anche come una strategia preventiva per la sicurezza globale.

In questo contesto, è fondamentale riflettere su come i fondi vengono allocati e quali future conseguenze queste scelte potranno comportare. La comunità internazionale è chiamata ad adottare un approccio più bilanciato, riconoscendo che l’investimento nel clima è altrettanto critico per la nostra sicurezza a lungo termine quanto lo è quello in ambito militare. Si tratta di un reale cambiamento di paradigma, nel quale la prevenzione del rischio climatico deve essere vista non come un lusso o una postilla nei bilanci statali, ma come una necessità impellente.

La chiamata del Presidente Mattarella è un richiamo alla responsabilità collettiva. Si apre così un dibattito fondamentale sulla necessità di una redistribuzione delle risorse che non sacrifichi il futuro del nostro pianeta sull’altare della sicurezza immediata. Il discorso del presidente non è solo un monito; è un invito a considerare la sicurezza globale in termini non solo militari ma anche ambientali, economici e sociali. Solo così potremo sperare di costruire un futuro in cui la sicurezza sia davvero globale e inclusiva, e non una prerogativa di pochi a scapito di molti.