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Fine del Dl Crescita: Serie A alle Prese con il Cambio di Regole Fiscali

In SPORT
Dicembre 29, 2023
Club italiani in affanno dopo lo stop ai benefici fiscali: rinnovi e acquirenti futuri più costosi. Il Napoli si muove in anticipo, grandi club a rischio.

In un’economia del calcio già complessa e saturata di esigenze finanziarie elevate, le società di Serie A affrontano una nuova sfida all’orizzonte. Il terminare del Dl Crescita, un dispositivo legislativo che ha permesso sconti fiscali significativi sui contratti dei calciatori stranieri, ha introdotto uno scenario inusuale nel panorama sportivo italico, precipitando grandi nomi e club nel caos negoziale.

Il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, ha dimostrato sagacia e prospettiva, blindando Victor Osimhen con un nuovo contratto prima del fatidico termine. Questa mossa gli ha permesso di capitalizzare sugli sconti fiscali precedentemente disponibili e che molti altri, confidando in una proroga che non è arrivata, hanno perso.

In una riunione cruciale del Consiglio dei Ministri, le aspettative di prolungare il beneficio per almeno altri due mesi si sono infrante come una delicata opera di cristallo riguardo a un estensione del beneficio. Una Lega serie A reattiva ha immediatamente levato la sua voce, cercando appelli parlamentari per una risoluzione che tuttavia necessiterà più tempo per la sua concretizzazione.

Intanto, il panorama dei rinnovi di contratto e degli acquisti si complica. Ogni milione di euro di salario netto, costava infatti alle società circa 1,5 milioni prima della fine del Dl Crescita, cifra che adesso lievita al lordo di due milioni. Si tratta di un incremento non trascurabile per i bilanci delle squadre, che punta in alto la barra delle sostenibilità dei futuri accordi contrattuali.

Squadre come il Milan hanno cavalcato l’onda del beneficio fiscale per assicurarsi talenti del calibro di Pulisic e Reijnders, e si vedranno ora privi di questo strumento per negoziare i rinnovi di pilastri della squadra come Maignan e Giroud. Lo stesso discorso vale per la Roma che, per mantenere figure come Josè Mourinho o Lukaku, o l’Inter nel caso di Dumfries, dovrà probabilmente rivedere al rialzo i propri budget destinati agli stipendi.

Oltre all’Inter, che aveva puntato il riflettore su giocatori come il canadese Buchanan, e il Milan intento a seguire le tracce di Guirassy, anche la Juventus, che considerava un possibile accordo con il danese Hojbjerg, potrebbe dover ripensare le proprie strategie di mercato.

Massimiliano Allegri, allenatore della Juventus, rimane comunque fiducioso nella forza del settore giovanile, mentre Giuseppe Marotta, AD dell’Inter, non manca di esprimere il suo disappunto, etichettando l’abolizione del beneficio come un’autorete per il mondo del calcio e per l’economia del Paese.

Non tutti però condividono questa visione. Secondo l’Aic, sindacato dei calciatori rappresentato da Umberto Calcagno, l’annullamento della norma aiuta a rimettere su un piano di parità gli atleti italiani e stranieri, favorendo così lo sviluppo del settore e il futuro della Nazionale italiana.

Con la mancata proroga del Dl Crescita, si apre dunque un nuovo capitolo per il calcio italiano, dove il talento su campo dovrà essere bilanciato con maggiore accortezza dagli acrobazie economiche fuori dal rettangolo di gioco.