 
  In una recente sessione del Consiglio dei ministri, è stato approvato un importante decreto legislativo che introduce significative modifiche alla normativa vigente sul conferimento dei rifiuti delle navi, con lo scopo di semplificare le attuali procedure e al contempo potenziare le misure di protezione ambientale nei porti italiani.
La revisione del quadro normativo, proposta congiuntamente dal ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica e dal ministro degli Affari europei, interviene a correggere e integrare le disposizioni esistenti, risalenti al 2021, con un’attenzione particolare alle responsabilità e competenze dei diversi enti governativi coinvolti: dalle Regioni alle Autorità marittime, fino alle Autorità di Sistema portuale.
Uno dei cambiamenti più rilevanti riguarda la ridefinizione del termine “rifiuti delle navi”, esteso per comprendere una gamma più ampia di materiali scartati che necessitano di essere gestiti in modo responsabile. Inoltre, il decreto introduce una semplificazione nel calcolo degli spazi necessari a bordo delle navi per lo stoccaggio dei rifiuti prodotti durante i viaggi. Questo aggiustamento porterà benefici diretti agli operatori, che potranno contare su una procedura meno complessa e più chiara.
Per quanto attiene il capitolo tariffe, il decreto chiarisce che nei porti non sotto la giurisdizione dell’Autorità di Sistema Portuale, la determinazione delle stesse sarà affidata agli enti locali che si occupano della gestione dei rifiuti, i quali dovranno consultare le Autorità marittime prima di prendere una decisione.
Particolarmente innovativa è la soluzione introdotta per le navi che approdano in diversi porti ma scelgono di conferire i loro rifiuti in un unico scalo. A fronte di questa pratica, è stato istituito un meccanismo per dividere equamente i ricavi delle tariffe riscosse tra tutti i porti coinvolti, garantendo così un principio di equità e mutualità a beneficio degli scali marittimi nazionali.
L’elaborazione di questo nuovo atto normativo è stata portata avanti dalle strutture competenti del Mase, con il prezioso contributo del Reparto ambientale marino del Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera. Tale ente, dotato di risorse di bilancio dedicate e impegnato nel controllo e nel rispetto delle norme ambientali, si conferma garante dell’implementazione e dell’applicazione del decreto.
Con l’avvento di questa normativa aggiornata, l’Italia fa un passo avanti significativo nella direzione di una maggiore salvaguardia ambientale, rimarcando l’importanza di un equilibrio sostenibile tra attività marittima e protezione del patrimonio naturale del paese.

 
  
  
  
           
           
          