
Durante la cerimonia al Quirinale per il Giorno della Memoria, il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha offerto un discorso profondamente riflessivo riguardo al ruolo critico del ricordo nell’educazione e nella prevenzione dell’antisemitismo. Il ministro ha esordito con un richiamo alla complicità del regime fascista nello sterminio degli ebrei, un passato doloroso che non deve essere rimosso dalla memoria collettiva italiana.
Recentemente, circa 40,000 ebrei hanno abbandonato l’Europa a causa di una rinascita dell’antisemitismo, un fenomeno preoccupante che rinnova l’importanza di una memoria storica attiva. Valditara ha sottolineato l’importanza di “vigilare sul presente,” una dichiarazione che estende il concetto di memoria oltre il semplice atto del ricordare per trasformarlo in un’azione di guardia attiva contro le ripetizioni disastrose del passato.
L’impegno del ministero, come l’ha descritto Valditara, include l’educazione degli studenti sui campi di sterminio e la storia dell’Olocausto, non solo come parte dell’orario scolastico, ma come fondamento di un impegno civico e morale. Ha poi profondamente condiviso la pesante eredità del totalitarismo, descrivendo la disumanizzazione perpetrata nei campi di concentramento, dove gli individui venivano ridotti a meri numeri, privati della loro identità e dignità.
I punti salienti del discorso hanno riguardato la specifica tragicità della Shoah nel contesto europeo, un continente che Valditara ha delineato come “culla della persona,” trasformata in teatro di una delle maggiori atrocità della storia umana. Questa contraddizione, ha argomentato il ministro, serve da monito persistente che la storia può sempre manifestarsi con identiche gravità.
Ulteriormente, il ministro ha rilevato come il ministero abbia recentemente dedicato una targa in memoria degli studenti e del personale scolastico espulsi durante il regime fascista a causa delle loro origini ebraiche, evidenziando il ruolo della responsabilità storica non solo come riflessione ma come spinta all’azione.
Infine, Valditara ha delegato una parte significativa della responsabilità della memoria agli studenti, definendoli “alleati migliori” nella costruzione di un futuro che non solo impedisca la replica delle tragedie passate ma che coltivi un terreno di coesistenza civile e democratica. La partecipazione giovanile nella memoria attiva non si configura soltanto come dovere ma come opportunità di definizione di un futuro più giusto.
La narrazione storica e il ricordo, così come delineati dal ministro Valditara, suggeriscono una visione della memoria non come passivo ricordo ma come strumento attivo e critico che interpella ciascuno nei propri ruoli sociali, educativi e personali.