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L’acqua: un problema nazionale che richiede una risposta a monte.

In IN EVIDENZA, INSERTI ATTUALITA'
Ottobre 03, 2024
Pensieri, riflessioni ed opinioni di Salvatore Guerriero, Presidente Nazionale ed Internazionale della CONFEDERAZIONE DELLE IMPRESE NEL MONDO e Direttore Generale AGENZIA EUROMEDITERRANEA DI SVILUPPO.

L’emergenza idrica che sta colpendo diverse parti d’Italia, in particolare la Sicilia, non può essere trattata come un problema esclusivamente locale. Sebbene la gestione dell’acqua avvenga spesso a livello comunale o territoriale, la crisi attuale evidenzia chiaramente che si tratta di un problema di scala nazionale. L’acqua non è solo una questione di erogazione di servizi pubblici locali, ma un bene essenziale che, se mal gestito, rischia di portare a disordini sociali. Le recenti proteste siciliane rappresentano un segnale di allarme: i cittadini vedono mancare un diritto fondamentale e, di fronte all’assenza dell’essenziale, la frustrazione rischia di esplodere. Questa crisi idrica non può essere ignorata, poiché riguarda direttamente la capacità del Paese di garantire la sopravvivenza delle sue attività produttive. Senza acqua, settori vitali come l’agricoltura, l’industria e il turismo non possono funzionare. Pensiamo all’agricoltura: anche con tecnologie moderne e innovazioni, è impossibile coltivare senza una risorsa idrica stabile. L’industria, a sua volta, ha bisogno di acqua per i processi produttivi. E lo stesso vale per il turismo: oltre alle bellezze paesaggistiche e all’attrattiva culturale, se mancano risorse fondamentali come acqua e aria pulita, l’offerta turistica non può essere sostenibile. I cambiamenti climatici aggravano ulteriormente il problema, alternando periodi di siccità estrema a violente alluvioni. Sono due facce della stessa medaglia, che richiedono interventi straordinari e coordinati. Negli anni si è discusso della necessità di un piano idrico strutturale, eppure oggi ci troviamo ancora di fronte agli stessi problemi: condotte vecchie, inefficienze gestionali e sprechi insostenibili. In alcune aree, oltre il 50-60% dell’acqua viene persa a causa di infrastrutture obsolete e mal gestite.  È vero che in passato sono stati fatti interventi significativi, specialmente con la vecchia Cassa del Mezzogiorno tra gli anni ’50, ’60 e ’70, che hanno effettivamente affrontato alcuni aspetti strutturali cruciali. Tuttavia, questi sforzi non sono stati sufficienti. Nel corso del tempo, molti degli interventi necessari sono stati trascurati, e oggi, più che mai, è necessario riprendere e rilanciare un piano idrico su scala nazionale. Non si tratta più solo di affrontare la questione come problema di una macroarea, come il Mezzogiorno. Certamente, il sud Italia soffre in modo più evidente questa crisi, ma anche il centro-nord non è immune. Per affrontare seriamente la questione idrica, l’Italia ha bisogno di un piano nazionale dell’acqua. È indispensabile intervenire con decisione per modernizzare le infrastrutture, garantire l’efficienza delle reti e assicurare che ogni goccia d’acqua non vada sprecata. Serve una visione strategica che vada oltre le competenze locali e che ponga al centro la gestione sostenibile di una risorsa che è, e sarà sempre di più, fondamentale per il futuro economico e sociale del Paese.

di Salvatore Guerriero