“L’epoca dei compromessi è finita e ora è tempo di agire”: con queste parole cariche di determinazione Maurizio Landini, segretario generale della CGIL, ha sottolineato la necessità urgente di mobilitazione sociale a margine dell’assemblea nazionale dei delegati a Milano. Landini non ha esitato a descrivere lo stato attuale come un punto di non ritorno per l’Italia, dichiarando l’arrivo di un momento decisivo per una vera rivoluzione sociale e politica.
La premessa di Landini era un appello caloroso affinché la politica torni a concentrarsi sulle fondamenta della società: il benessere dei cittadini e le loro condizioni lavorative. Il leader sindacale ha messo in evidenza l’inefficienza delle politiche attuali nel garantire una vita dignitosa per tutti, sottolineando le discrepanze crescenti tra chi detiene il potere e chi lavora duro ogni giorno. Le parole di Landini si fanno portavoce di un malcontento diffuso, rivelandosi anche un critico delle scelte legislative, particolarmente in riferimento alla legge di bilancio in discussione, ritenuta inadeguata nel rispondere ai reali bisogni della popolazione.
Il prossimo sciopero generale, previsto per il 29 novembre, è stato descritto da Landini non solo come un evento isolato, ma come l’inizio di una serie di mobilitazioni. L’obiettivo non è semplicemente il miglioramento di una legge, ma una trasformazione radicale che ponga al centro la vita delle persone. Landini propone anche l’utilizzo di strumenti democratici come i referendum per promuovere cambiamenti significativi e difendere i diritti dei lavoratori.
Oltre ai problemi interni, Landini ha espresso considerazioni sulla scena geopolitica mondiale, in particolare riguardo alla recente elezione di Donald Trump negli Stati Uniti. Il segretario ha interpretato il successo di Trump come il risultato di un fondamentale disagio e di una crescente frustrazione globale, accentuata dalle difficili condizioni economiche e da una generale richiesta di pace e stabilità.
Riguardo alla politica europea, Landini ha evidenziato un’incertezza e una mancanza di coesione che potrebbero gravare negativamente sugli equilibri economici e politici del continente, in particolare in risposta alle politiche commerciali americane. L’Europa, a suo dire, soffre di una “crisi di identità” che minaccia la sua stabilità e efficacia su scala internazionale.
Con una retorica incisiva e una chiara chiamata all’azione, il leader della CGIL ha quindi delineato un futuro di lotta, auspicando una partecipazione attiva e consapevole dei cittadini italiani per rivendicare e riconquistare quei diritti che sono fondamentali in una società democratica e equa. Queste mobilitazioni, per Landini, sono l’unica via percorribile per garantire un cambiamento tangibile e sostenibile, ponendo le basi per una rinascita sociale e politica in Italia.