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L’economia della moda italiana: un motore vitale per il PIL nazionale

In ECONOMIA
Dicembre 11, 2024

Il settore moda italiano rappresenta una componente essenziale dell’economia del paese, contribuendo significativamente con il 5% al prodotto interno lordo (PIL). Questo dato non solo sottolinea il peso economico del settore, ma riflette anche la sua profonda imbricazione nella cultura e nell’identità italiane, con una capacità notevole di influenzare le tendenze a livello globale.

La Cassa Depositi e Prestiti (Cdp), attraverso il suo recente focus analitico denominato “Il settore Moda tra sfide e opportunità: quale futuro per il Made in Italy?”, esplora le dinamiche correnti che animano questo importante settore. L’analisi evidenzia come, nonostante le turbolenze economiche globali e le sfide introdotte dalla transizione energetica e digitale, il sistema moda italiano continua a distinguersi per qualità e innovazione.

Il report rivela che un terzo dei grandi gruppi europei del comparto moda preferisce produrre in Italia, percentuale che si eleva a due terzi quando si parla specificamente di marchi di lusso. Questa preferenza conferma l’Italia come il principale produttore di alta moda a livello mondiale, un primato non solo quantitativo ma anche qualitativo, dato che rispecchia la maestria artigianale e l’innovazione del design italiano.

In termini di impatto economico diretto, l’industria della moda, con i suoi 75 miliardi di euro di valore aggiunto e 65 miliardi di esportazioni, si manifesta come un colosso che attraversa diversificate articolazioni produttive: dalla selezione di materiali pregiati alle lavorazioni sartoriali esclusive. Marchi storici si affiancano così a realtà più giovani e dinamiche, spesso radicate in specifici territori, che propongono collezioni innovative mantenendo vivo il legame con l’autenticità del Made in Italy.

Oltre alle prestazioni economiche, il documento della Cdp pone l’accento sulle strategie di adattamento del settore ai cambiamenti del mercato. La crescente scarcità di materie prime e le mutate propensioni d’acquisto dei consumatori richiedono una risposta flessibile e rapida, con un incremento significativo nell’adozione di tecnologie digitali e di intelligenza artificiale. Queste tecnologie non sono solo strumenti per ottimizzare i processi produttivi, ma anche leve per rafforzare l’engagement con un pubblico globale sempre più esigente.

Si evidenziano, inoltre, nuove sfide come la necessità di una maggiore sostenibilità ambientale, spesso legata a rigidi requisiti normativi specialmente nell’Unione europea, e l’importanza crescente delle pratiche ESG (Environmental, Social, and Governance). Ciò comporta un profondo ripensamento delle modalità produttive tradizionali e promuove un orientamento più verde che può trasformarsi in un vantaggio competitivo ulteriore.

Infine, il settore sta assistendo a un’intensificazione delle operazioni di private equity, che stanno facilitando un processo di consolidamento e di rafforzamento finanziario delle aziende, permettendo loro di competere su scala globale con maggiore efficacia.

In conclusione, mentre il settore moda italiano continua a navigare un contesto di sfide complesse, il suo ruolo di protagonista nell’economia non solo nazionale ma anche internazionale rimane incontestato. La capacità di innovare mantenendo le radici nella tradizione artigianale rappresenta il vero valore aggiunto del Made in Italy nel contesto della moda mondiale.