Dopo intense settimane di dibattiti e negoziazioni, la manovra economica del governo di Giorgia Meloni, stimata in circa 30 miliardi di euro, si appresta a raggiungere il suo culmine confrontandosi con l’ultima fase legislativa. Un percorso che ha visto la Camera dei Deputati alle prese con la proposta per quasi due mesi, rispettando saldi pressoché intatti malgrado le scarse risorse disponibili per modifiche sostanziali.
Essenzialmente, la manovra si propone di rivolgere attenzione alle famiglie e ai lavoratori con redditi bassi, un’impostazione salutata con favore dalla Presidente del Consiglio che, nell’immediato, si prepara a convocare un altro Consiglio dei Ministri il 28 dicembre. Quest’ultimo appuntamento dell’anno potrebbe includere decisioni cruciali come la nomina di un nuovo commissario per la gestione della ricostruzione post-alluvione in Emilia Romagna, un ruolo per il quale il generale Francesco Paolo Figliuolo è stato recentemente indicato come possibile candidato.
Il contesto politico attuale mostra una coalizione di governo sotto pressione, non solo a causa delle opposizioni ma anche per le divergenze interne, soprattutto riguardo alla gestione e ai tempi dell’approvazione della manovra. Le frizioni si sono manifestate durante l’analisi degli emendamenti e nelle decisioni procedurali, culminando in un iter accelerato al Senato, che si prevede ratifichi il documento in via definitiva senza ulteriori modifiche, suscitando critiche dal Partito Democratico per la mancata apertura a sostanziali revisioni.
La manovra include misure come incentivi fiscali per 18mila imprese e opzioni di pensionamento anticipato per una cerchia molto ristretta di lavoratori, mettendo in luce la cautela del governo nel bilanciare stimoli economici e sostenibilità finanziaria. Nonostante ciò, alcuni fondi sono stati risparmiati, circa 100 milioni di euro, che si prospetta possano essere impiegati nel 2025.
Il clima nel governo mostra anche momenti di leggerezza e unità, come evidenziato dal dono di un vasetto di Nutella personalizzato da parte della premier ai suoi ministri, un gesto che, nonostante la sua semplicità, porta un chiaro messaggio di coesione nel periodo festivo. Tuttavia, il riposo sarà breve, poiché Meloni ha già anticipato tramite i social network un 2025 impegnativo, invitando tutti a “ricaricare le batterie”.
L’agenda politica di gennaio sarà altrettanto carica con Forza Italia che spinge per una riduzione fiscale e la Lega che potrebbe vedere un riassetto ministeriale con un possibile ritorno di Matteo Salvini al Viminale. Allo stesso tempo, il governo dovrà gestire le vacanze ministeriali ancora aperte, una situazione che potrebbe portare a nuove nomine nel breve termine.
In sintesi, la manovra economica del governo Meloni rappresenta una fase critica sia per la stabilità politica interna sia per l’impatto sulle politiche sociali e economiche del paese. I prossimi giorni saranno decisivi per capire se la strategia adottata sarà efficace nel navigare le complesse dinamiche politiche e soddisfare le aspettative di una popolazione che attende risposte concrete alle sfide economiche attuali.