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Resistenza dei lavoratori Beko: una lotta per il futuro dell’industria italiana

In ECONOMIA
Gennaio 30, 2025

In un giorno grigio ma carico di determinazione, circa 500 lavoratori della Beko si sono radunati di fronte al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, a Roma, manifestando unità e resistenza in un momento critico per il loro futuro lavorativo. La riunione a porte chiuse, tenutasi nel pomeriggio, è stata convocata in risposta al recente annuncio di Beko, una multinazionale nel settore degli elettrodomestici, riguardante la chiusura imminente di due impianti in Italia e una drastica riduzione di personale che coinvolge oltre 1.900 lavoratori.

I dipendenti, giunti da diverse località italiane tra cui Siena, Comunanza, Fabriano, Cassinetta e Caserta, non hanno esitato a esprimere il loro malcontento. Parallelamente, hanno avviato uno sciopero di otto ore che ha coinvolto tutti i siti italiani della Beko. Ciò è stato supportato dalle principali organizzazioni sindacali, tra cui Fiom, Fim e Uilm, che hanno unito le forze per organizzare questa forma di protesta collettiva.

Sui volti dei lavoratori e nei loro cori — “Il posto di lavoro non si tocca, lo difenderemo fino alla lotta”, “Beko non si chiude, vogliamo lavorare” — si rifletteva non solo la paura di perdere il lavoro, ma anche la ferma volontà di combattere per salvaguardare i propri diritti e il proprio futuro. Il panorama era zeppo di cartelli, tra cui uno particolarmente evocativo: “L’Italia svenduta agli stranieri”.

Le dichiarazioni raccolte non fanno che sottolineare la gravità della situazione: i lavoratori temono che la chiusura degli stabilimenti non solo inciderà negativamente sulle loro vite ma avrà anche ripercussioni profonde sul tessuto economico e sociale delle comunità locali, già messe a dura prova da anni di incertezze economiche. L’importanza di queste fabbriche non risiede solo nell’occupazione che forniscono, ma anche nel ruolo cruciale che svolgono all’interno dell’industria manifatturiera italiana, settore chiave per l’economia del paese.

La risposta del governo e delle istituzioni sarà cruciale nei prossimi giorni. I delegati sindacali regionali e nazionali sono presenti e attivi, dialogando e spingendo per soluzioni alternative alla chiusura, che possano garantire la continuità lavorativa e industriale. La storia dei lavoratori Beko è emblematica di una sfida più ampia che l’Italia sta affrontando: quella di proteggere la sua base industriale e i posti di lavoro in un’epoca di grandi trasformazioni e incertezze globali.

In un mondo che cambia rapidamente, la questione non è solo salvaguardare il lavoro, ma anche capire come le industrie possono adattarsi e evolvere, assicurando una transizione che non lasci indietro i lavoratori ma li coinvolga attivamente nei processi di rinnovamento. La lotta dei lavoratori Beko simboleggia questa tensione tra il vecchio e il nuovo, il locale e il globale, la resistenza e l’adattamento, che definirà il futuro del lavoro non solo in Italia, ma in tutto il mondo industrializzato.