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Revisione Cbam: Un Respiro per l’Industria Europea dell’Acciaio

In ECONOMIA
Gennaio 30, 2025

Pasquale Lampugnale, CEO di Sidersan e noto imprenditore dell’acciaio di Benevento, ha recentemente espresso il proprio favore riguardo le nuove direttive proposte dalla Commissione Europea per la revisione del Cbam, acronimo di Carbon Border Adjustment Mechanism. Questo meccanismo, che impone un costo sulle emissioni di CO2 intrinseche nei prodotti importati di determinate industrie, come acciaio, alluminio, ferro e cemento, sembra destinato a una riflessione critica che potrebbe portare a significative modifiche.

Il settore dell’acciaio, una colonna portante dell’industria manifatturiera europea, è da tempo sotto una duplice pressione: da un lato i costi energetici crescenti, dall’altro la necessità di ingenti investimenti per la decarbonizzazione. Le aziende, dalle grandi acciaierie ai centri di prelavorazione che riforniscono diversi settori industriali, si trovano così a navigare in un mare sempre più agitato, costretti a fronteggiare anche complicazioni legate alla gestione e alla reportistica delle emissioni di carbonio, senza dimenticare l’attendibilità dei dati.

Il Cbam, nella sua forma attuale, non fa distinzione tra grandi conglomerati e piccole imprese, gravando su tutti con oneri che possono compromettere la competitività. Il risultato è stato un 2024 segnato da una marcata riduzione della redditività per molte di queste imprese, nonostante si trovino in un settore ritenuto strategico per la crescita e l’innovazione all’interno dell’Unione Europea.

La Commissione Europea, riconoscendo tali sfide, ha introdotto con la Bussola della Competitività, un piano di revisione che potrebbe portare all’attenuazione di queste problematiche. Sottolineando tale iniziativa, Lampugnale va oltre la pura approvazione e la considera un’opportunità essenziale: riadattare il Cbam in modo che non funga da ostacolo, ma da supporto all’industria europea, aiutandola a mantenere la sua posizione di leader senza penalizzare la sostenibilità economicamente parlando.

Questa apertura al dialogo e ai cambiamenti da parte della Commissione suggerisce un possibile futuro in cui politiche ambientali e industriali possono coesistere in modo più equilibrato. Si punta a un modello in cui la transizione ecologica non sarà un lusso ma un percorso accessibile, permettendo alla manifattura di rimanere robusta e competitiva a livello internazionale.

Resta da vedere come queste proposte verranno effettivamente tradotte in azioni concrete. Tuttavia, la direzione intrapresa sembra promettente e potrebbe significare una svolta per molte delle difficoltà attualmente affrontate dal settore siderurgico europeo. Le prossime fasi della negoziazione saranno quindi cruciali per decidere non solo il futuro delle industrie coinvolte, ma di tutta l’economia europea, che dipende significativamente dalla salute e dal dinamismo del suo settore industriale.