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Scudo Penale per le Forze dell’Ordine: La Misura Discutibile alla Luce del Ddl Sicurezza

In POLITICA
Gennaio 14, 2025

Nel tumultuoso panorama politico italiano, la questione dello “scudo penale” per le forze dell’ordine ha scatenato un acceso dibattito. La proposta, originariamente pensata per proteggere i membri delle forze dell’ordine da procedimenti giudiziari automatici in situazioni di uso di arma di ordinanza, non troverà spazio all’interno del Disegno di Legge (ddl) Sicurezza, secondo fonti di governo.

Il contesto si radica nella recente tragedia del Capodanno, quando il carabiniere Luciano Masini ha ucciso un uomo che aveva ferito gravemente quattro persone. Tale episodio ha suscitato interrogativi sull’immediata incriminazione degli agenti coinvolti in azioni di questo genere. Attualmente, la proposta allo studio dal Ministero della Giustizia non configura una scriminante o una causa di non punibilità. Invece, mira a modulare il Codice di Procedura Penale, escludendo l’iscrizione immediata nel registro degli indagati di un agente quando è chiaro l’uso funzionale dell’arma.

L’annuncio di questa misura non compresa nel ddl Sicurezza viene dopo dichiarazioni prudenziali di Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera, che suggerivano un approccio sequenziale: prima l’approvazione del ddl, poi ulteriori interventi. A rivolgere uno sguardo critico verso le implicazioni di tale proposta è Andrea Orlando, esponente del Partito Democratico e ex ministro del Lavoro, il quale ha commentato la situazione parlando di “prove generali per uno Stato di polizia”, critica che sottolinea la percepita gravità di un simile intervento legislativo.

Dal canto loro, figure politiche come Carlo Calenda, leader di Azione, hanno sottolineato che la vera sicurezza si conquista attraverso risorse concrete per le forze dell’ordine, come lo stanziamento di mezzi adeguati e la retribuzione equa, piuttosto che attraverso la costruzione di nuovi reati.

La posizione del Movimento 5 Stelle, espressa dai suoi rappresentanti nelle commissioni parlamentari Affari Costituzionali e Giustizia, evidenzia un netto rifiuto della proposta, descritta come un’inaccettabile distorsione dell’ordinamento giuridico attuale, enfatizzando che le leggi per la protezione e l’integrità delle forze dell’ordine esistono già e devono semplicemente essere applicate.

Forza Italia, attraverso le parole di Paolo Barelli, ha espresso un sostegno indiscusso alle forze dell’ordine, invitando a un’esplorazione cauta della questione dello scudo penale, delineata da una riflessione attenta e non precipitosa della realtà dei fatti.

Sul fronte opposto, esponenti di +Europa e Rifondazione Comunista hanno manifestato ferma opposizione all’introduzione di misure di scudo penale, citando il rischio di strumentalizzazione dei poteri statali e il pericolo di erodere i principi di accountability e trasparenza nella gestione dell’ordine pubblico.

In conclusione, la discussione sullo scudo penale rimane un crocevia di opinioni e valori, un indicatore sensibile della tensione tra sicurezza e libertà civili. La definizione di un equilibrio soddisfacente tra questi due poli è fondamentale per garantire tanto l’ordine pubblico quanto il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali in una società democratica.