La compagnia telefonica TIM ha recentemente chiuso il primo semestre del 2024 registrando una perdita netta di 646 milioni di euro. Questo dato, sebbene rifletta uno scenario di perdita, segna comunque un miglioramento rispetto al disavanzo di 813 milioni di euro dello stesso periodo dell’anno precedente. È evidente che, nonostante le sfide persistenti, vi sono degli indicatori positivi che suggeriscono una fase di transizione e di possibile recupero per il gigante delle telecomunicazioni.
I dati finanziari rivelati dalla compagnia mostrano un incremento nei ricavi, attestatisi a 7,06 miliardi di euro, con un aumento del 3% su base annua. Parallelamente, l’EBITDA (l’utile prima di interessi, tasse, deprezzamenti e ammortamenti) ha raggiunto i 2,64 miliardi di euro, crescendo notevolmente del 23,5%. Questo progresso sottolinea non solo una gestione operativa più efficiente, ma anche una capillare ristrutturazione interna, che sta iniziando a mostrare i suoi frutti.
Importante è sottolineare come la società abbia operato una distinzione netta tra le attività in corso e quelle in fase di dismissione, conforme ai principi contabili internazionali IFRS 5. Infatti, il perimetro aziendale denominato NetCo, attualmente in fase di cessione al fondo di investimento KKR, è stato trattato come “attività destinata a essere ceduta”, escludendo dunque questo segmento dai dati operativi centrali.
Il focus attuale di TIM si concentra sul così detto perimetro ServCo, che comprende le divisioni Tim Consumer, Tim Enterprise e Tim Brasil. Quest’ultima configurazione aziendale rispecchia la nuova visione strategica dell’azienda, mirando a fortificare e espandere la propria presenza sia sul mercato nazionale che su quello internazionale.
La consistenza dei risultati ottenuti nei principali segmenti di business nei primi sei mesi di quest’anno ha permesso a TIM di confermare le previsioni (guidance) già annunciate con l’approvazione del Piano Industriale 2024-2026. Tale piano prevede non solo un consolidamento delle attività core dell’azienda, ma anche un’imponente spinta verso l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione dei servizi.
In termini di prospettive future, l’attenzione si rivolge ora all’efficacia con cui TIM implementerà le restanti fasi del suo piano industriale, soprattutto in relazione alla gestione dell’alta competizione nei mercati di riferimento e all’adeguamento alle evoluzioni tecnologiche, inclusa l’espansione del 5G.
È chiaro che i prossimi mesi saranno cruciali per determinare effettivamente la capacità di TIM di trasformare le sfide attuali in opportunità di crescita sostenibile. L’evoluzione finanziaria e operativa del gigante delle telecomunicazioni rimarrà sotto il vigilante occhio di investitori e analisti, che aspettano di vedere se la storica azienda italiana possa realmente invertire la rotta, trasformando le perdite in profitto sul lungo termine.