105 views 3 mins 0 comments

Una decisione storica per i diritti dei lavoratori: Esselunga condannata a riconoscere gli arretrati

In ECONOMIA
Gennaio 07, 2025

In un recente pronunciamento giudiziario che stimola riflessioni su etica lavorativa e diritti dei lavoratori, il colosso della grande distribuzione, Esselunga, è stato condannato a versare più di 23.000 euro di arretrati a un dipendente della panificazione, attivo da oltre un decennio. Tale episodio non solo sottolinea le crescenti tensioni nel settore del retail, ma illumina anche le problematiche legate all’inquadramento del personale nelle grandi aziende italiane.

Il caso è emerso a seguito di un ricorso guidato dalla Filcams-Cgil di Bergamo, che ha visto coinvolto un addetto alla panificazione impiegato presso due supermercati della provincia di Bergamo. A seguito di un esposto presentato nel 2023, il lavoratore – sotto l’egida del sindacato – ha lottato per adeguare la sua collocazione contrattuale, ricorrendo alle vie legali per vedersi riconoscere le disparità retributive accumulate nel corso di 14 anni.

La decisione del giudice del lavoro Giulia Bertolino ha rappresentato un fulcro decisivo nella vicenda. La corte ha riconosciuto le rivendicazioni avanzate dal fornaio, ritenendo illegittime le richieste dell’azienda di superamento di un esame preselettivo per il corretto inquadramento. Di fatto, questo verdetto non solo ha sanzionato Esselunga al pagamento di 23.476 euro a titolo di differenze retributive tra il quarto e il terzo livello di inquadramento, ma ha altresì inclusi gli arretrati relativi agli scatti di anzianità e alla quattordicesima mensilità, oltre agli interessi e alla rivalutazione monetaria fino a giugno 2023.

La sentenza ha particolare risonanza nel contesto del dibattito sui diritti dei lavoratori, poiché sottolinea l’importanza del rispetto del contratto collettivo nazionale di lavoro. Lorenzo Cortinovis, esponente della Filcams-Cgil, ha evidenziato come il giudizio “ripristina l’importanza della contrattazione collettiva frente a interpretazioni unilaterali dell’azienda”.

Questo episodio non solo restituisce dignità e giustizia al lavoratore coinvolto, ma potrebbe avere ripercussioni significative su scala più ampia. Nicholas Pezzè, segretario generale della Filcams-Cgil di Bergamo, ha dichiarato che questo caso “apre la strada per una battaglia più ampia”, evidenziando l’intenzione del sindacato di richiedere il riconoscimento del giusto livello contrattuale e degli arretrati per tutti i lavoratori che si trovano in situazioni simili.

Questo caso solleva interrogativi profondi sulla gestione delle risorse umane all’interno delle grandi multinazionali e sul potere che i sindacati possono ancora esercitare nell’era della globalizzazione. La vicenda di Esselunga, infatti, riflette una dinamica più vasta di cambiamento nei rapporti lavorativi, dove la lotta per il riconoscimento dei diritti dei lavoratori si confronta con le esigenze di flessibilità e profitto delle grandi corporazioni.

In conclusione, la sentenza contro Esselunga non rappresenta solo una vittoria per un singolo individuo, ma si erge come simbolo di un impegno più ampio verso l’equità nel mondo del lavoro. Resta da vedere come questo evento influenzerà il futuro della normativa lavorativa e le politiche aziendali nel settore della grande distribuzione in Italia e, forse, anche oltre i suoi confini.