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Francia, Bayrou si dimette dopo la sfiducia. Macron nomina Lecornu nuovo premier.

In IN EVIDENZA, POLITICA
Settembre 09, 2025
Il ministro dell’Interno, Bruno Retailleau, aveva messo in guardia nelle ore precedenti: il Paese ha “bisogno molto rapidamente di un primo ministro”, soprattutto in vista delle manifestazioni annunciate dal movimento “Bloquons tout”, pronte a scendere in piazza già domani.

La Francia ripiomba nell’instabilità politica. Dopo meno di nove mesi di governo, François Bayrou ha presentato ieri le sue dimissioni a Emmanuel Macron all’Eliseo, in seguito alla pesante bocciatura della sua legge finanziaria. Il presidente della Repubblica ha scelto in serata di affidare l’incarico di primo ministro a Sébastien Lecornu, 39 anni, già ministro della Difesa e considerato uno dei suoi fedelissimi. La scintilla è scoccata l’8 settembre, quando Bayrou ha chiesto la fiducia sul proprio progetto di bilancio, che prevedeva 44 miliardi di euro di tagli, la soppressione di due festività nazionali e la conferma della contestata riforma delle pensioni. L’esito del voto è stato netto: 364 contrari e 194 favorevoli. Una sconfitta che ha decretato la fine anticipata dell’esecutivo, il quarto a cadere in appena un anno e mezzo.  Si tratta di un record negativo per la Quinta Repubblica, storicamente percepita come un sistema solido e impermeabile all’instabilità parlamentare.  Per evitare un vuoto di potere in un momento delicato, Macron ha puntato su Sébastien Lecornu, esponente lealista che in questi anni ha gestito dossier sensibili come la difesa e la sicurezza interna. A lui spetterà il compito di formare rapidamente un nuovo governo e tentare di ricostruire un consenso in un’Assemblea nazionale frammentata, dove nessuna forza politica detiene la maggioranza.  Il ministro dell’Interno, Bruno Retailleau, aveva messo in guardia nelle ore precedenti: il Paese ha “bisogno molto rapidamente di un primo ministro”, soprattutto in vista delle manifestazioni annunciate dal movimento “Bloquons tout”, pronte a scendere in piazza già domani. L’opposizione ha accolto la caduta di Bayrou con toni contrastanti. Marine Le Pen e il Rassemblement National hanno chiesto nuove elezioni legislative, parlando di “un obbligo” per restituire la parola ai cittadini. Dall’altro lato, Jean-Luc Mélenchon, leader di La France Insoumise, ha definito la sfiducia “una vittoria e un respiro di sollievo del popolo”, aggiungendo che ora “anche Macron deve andarsene”.   La crisi politica arriva in un clima sociale già tesissimo. Le misure di austerità, la riforma delle pensioni e il carovita hanno alimentato malcontento e proteste.  Lecornu si troverà quindi a governare tra due fuochi: da un lato la necessità di approvare un bilancio credibile per rassicurare i mercati, dall’altro la pressione delle piazze e di un’opposizione che punta a logorare l’Eliseo.  Per Macron, sempre più isolato e contestato, l’arrivo del suo quarto premier in meno di tre anni appare come un disperato tentativo di tenere in piedi una maggioranza traballante. Ma l’ombra dello scioglimento dell’Assemblea nazionale resta sul tavolo, evocata da molti come unica via d’uscita da un’impasse che rischia di paralizzare la Francia.

di Fausto Sacco