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Monte dei Paschi di Siena: Da Fenice delle Banche a Polo Attrattivo per Investitori

In ECONOMIA
Gennaio 24, 2025

Monte dei Paschi di Siena (Mps), riconosciuta universalmente come la banca più antica ancora in funzione, avendo stabilito le sue origini nel lontano 1472, oggi si presenta come un esempio emblematico di resilienza e adattamento nel settore bancario. Dopo una fase critica segnata da crisi finanziarie e salvataggi statali, Mps ha intrapreso un vigoroso cammino di ristrutturazione che oggi porta i suoi frutti sotto gli occhi di tutti.

La virata dell’istituto senese iniziò con problematiche legate all’acquisizione di Banca Antonveneta nel 2008, una mossa ambiziosa che si rivelò finanziariamente onerosa proprio con l’avvento della crisi finanziaria globale. Questo sbilanciamento obbligò la Fondazione, che gestiva la banca sotto l’egida di Comune e Provincia di Siena, a cedere il controllo a causa delle insormontabili difficoltà finanziarie.

Il capitolo più buio si materializzò con la necessità di una nazionalizzazione, un’operazione che mediamente si stima abbia avuto un costo di circa 30 miliardi di euro tra fondi pubblici e privati. Questo intervento trasformò il Ministero dell’Economia nel maggiore azionista della banca, dando vita a un periodo di profondo risanamento sotto l’occhio attento della Banca Centrale Europea (Bce).

Nonostante i piani iniziali di fondersi con Unicredit non si siano concretizzati, il Tesoro e la Commissione Europea hanno optato per una graduale cessione delle quote, strategia che ha modificato significativamente l’equilibrio azionario di Mps. A novembre, con il collocamento del 15% delle azioni, la quota statale è scesa all’11,2%, favorendo l’ingresso di attori significativi come Banco Bpm e Anima, con una quota aggregata del 9%, e il gruppo Delfin di Leonardo Del Vecchio, la cui partecipazione è stata incrementata fino al 9,78%.

Questi nuovi sviluppi azionari si inseriscono in un contesto di crescita sostenuta per Mps, come evidenziato dagli ultimi dati finanziari: nei primi nove mesi dell’anno, la banca ha registrato un profitto di 1,57 miliardi di euro, segnando un incremento del 68,6% rispetto al periodo corrispondente del 2023. Un importante contributo a questa performance è derivato dall’aumento dei tassi d’interesse da parte della Bce, elemento che ha dinamizzato il margine di interesse, vitale per una banca prevalentemente retail come Mps.

L’attuale configurazione azionaria vede un segmento di mercato bancario sempre più intricato, specie con l’Operazione Pubblica di Acquisto (Opa) lanciata da Unicredit su Banco Bpm. Anche Mediobanca, dove i gruppi Del Vecchio e Caltagirone giocano ruoli di primo piano, mostra una compagine di investitori variegata e influente, rafforzando l’attrattiva del settore bancario italiano agli occhi degli investitori globali.

In questo scenario, Mps emerge non solo come un esempio di superamento delle avversità, ma anche come una pietra miliare nella costruzione di un settore bancario più integrato e robusto in Italia, pronto a sfruttare le opportunità di un contesto economico in trasformazione.