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Paupisi, “Non accada mai più”, il dolore ai funerali di Elisa e Cosimo, uccisi dal marito e padre.

In BASILICATA, BENEVENTO, CAMPANIA, CRONACA
Ottobre 10, 2025
Visibilmente commosso il figlio scampato alla strage familiare.

“Chiediamo al Signore che episodi del genere non si verifichino mai più”. Con queste parole, intrise di dolore e speranza, l’arcivescovo di Benevento Felice Accrocca ha aperto l’omelia durante i funerali di Elisa Polcino, 49 anni, e del figlio Cosimo, appena quindicenne, entrambi uccisi lo scorso 30 settembre dal marito e padre Salvatore Ocone.  Le bare di madre e figlio sono arrivate nella chiesa di Santa Maria del Bosco a Paupisi, dove ad attenderle c’erano centinaia di persone. In prima fila, il sindaco Salvatore Coletta, che per l’occasione ha proclamato il lutto cittadino, e i familiari delle vittime, visibilmente commossi.  Tra loro anche Mario, il figlio maggiore, unico superstite della strage familiare insieme alla sorella sedicenne, ancora ricoverata in prognosi riservata all’ospedale di Benevento.  Durante la celebrazione, l’arcivescovo Accrocca ha rivolto un appello alla comunità: “Di fronte a tragedie come questa, non possiamo rimanere indifferenti. È il momento di interrogarci e di prenderci cura gli uni degli altri, perché nessuno cada nella disperazione e nella solitudine”.  Secondo la ricostruzione degli inquirenti, la mattina del 30 settembre Ocone, in passato affetto da disturbi depressivi, avrebbe colpito a morte la moglie con una grossa pietra, per poi scagliarsi contro i figli che dormivano. Dopo aver trascinato i corpi fino alla sua auto, l’uomo è fuggito verso il Molise. È stato infine bloccato nelle campagne di Campobasso dopo una caccia all’uomo durata circa dodici ore. In caserma ha confessato il delitto. L’intera comunità di Paupisi si è stretta intorno ai familiari, sconvolta da una violenza che ha spezzato due vite e ferito per sempre una famiglia e un paese intero.  “Elisa e Cosimo non ci sono più, ma il loro ricordo resterà vivo – ha detto l’arcivescovo –. Solo l’amore, non l’odio, può sanare le ferite di questa tragedia”.

di Marco Iandolo