
In un contesto economico caratterizzato spesso da incertezze, la questione dell’obbligatorietà delle polizze assicurative per coprire rischi catastrofali si ripresenta sul tavolo del dibattito legislativo con un nuovo slancio bipartisan. I recenti sviluppi riguardanti il decreto Milleproroghe hanno visto emergere una serie di proposte emendative, sostenute tanto dai partiti di maggioranza quanto da quelli di opposizione, che invitano a una revisione delle tempistiche per l’introduzione dell’obbligo di stipula di queste specifiche polizze assicurative per alcune categorie di imprese.
Finora, il decreto aveva posticipato la scadenza dal 31 dicembre 2024 al 31 marzo 2025. Tuttavia, l’attuale dibattito propone uno spostamento ancora più marcato. Otto emendamenti congiunti, presentati da una trasversalità di partiti tra cui Forza Italia, Movimento 5 Stelle, Civici d’Italia-Noi Moderati, Italia Viva, Partito Democratico e Gruppo Misto, suggeriscono di portare la nuova deadline al 30 giugno 2025.
Una panoramica ancora più ampia è offerta da altre proposte bipartisan, incluse quelle di Lega e Autonomie, che spingono per un rinvio fino al 31 dicembre 2026, ed un emendamento del Partito Democratico che estende ulteriormente il termine al 31 gennaio 2026. Queste modifiche sono indicative della complessità e della sensibilità del tema, specialmente in una fase economica in cui le imprese si trovano a navigare tra le difficoltà della ripresa post-pandemica e l’instabilità del contesto geopolitico globale.
L’assicurazione contro i rischi catastrofali è percepita da molti come una salvaguardia essenziale, in grado di fornire sicurezza economica in caso di eventi imprevedibili e di gravità estrema, quali disastri naturali o altre emergenze di ampia scala. Tale obbligatorietà mira a garantire una copertura uniforme che potrebbe prevenire future crisi economiche causate da tali calamità non solo sul singolo, ma su tutto il tessuto industriale nazionale.
Tuttavia, i costi associati a tali polizze e le possibili ripercussioni finanziarie per le piccole e medie imprese generano preoccupazioni significative, spingendo a riconsiderare i tempi di introduzione di tale misura. Il dibattito in corso riflette queste preoccupazioni e sottolinea una ricerca di equilibrio tra la necessità di protezione e la sostenibilità finanziaria delle aziende, specialmente quelle di dimensioni minori e più vulnerabili sul piano economico.
Critici dell’ulteriore rinvio sostengono che posticipare potrebbe aumentare il rischio di trovare il sistema imprenditoriale non preparato di fronte a potenziali catastrofi future. I fautori del rinvio, d’altro canto, argomentano che fornire più tempo potrebbe permettere alle imprese di organizzarsi meglio finanziariamente, valutando con maggiore attenzione le opzioni assicurative disponibili e permettendo al mercato delle assicurazioni di stabilizzarsi e di offrire prodotti più competitivi e adatti alle diverse realtà imprenditoriali.
In conclusion, mentre la discussione sul rinvio delle polizze catastrofali prosegue, è fondamentale una valutazione attenta e continuativa da parte dei legislatori, che devono considerare le molteplici sfide economiche attuali e il bisogno di un tessuto imprenditoriale robusto e resiliente, capace di contribuire alla crescita economica del paese in modo sostenibile e sicuro.