
Proseguono senza sosta le manovre diplomatiche e militari nel conflitto tra Russia e Ucraina, mentre cresce la preoccupazione anche per la situazione in Medio Oriente. Nelle ultime ore si è svolta una telefonata di 50 minuti tra il presidente russo Vladimir Putin e l’ex presidente americano Donald Trump. A darne notizia è stato il consigliere presidenziale russo Yuri Ushakov, definendo il colloquio “piuttosto utile”. Al centro della conversazione le questioni relative all’Ucraina e alla crisi in Medio Oriente, teatri di tensione sempre più alta. Sul fronte della guerra in Ucraina, Kiev ha ricevuto i corpi di 1.200 soldati caduti nel conflitto con le truppe russe. Il comitato per lo scambio dei prigionieri ha precisato che il rimpatrio è frutto degli accordi raggiunti con Mosca durante i colloqui di Istanbul, svoltisi a inizio giugno. Intanto, il ministero della Difesa russo ha annunciato la conquista del villaggio di Yablonovka, nella regione ucraina di Sumy, notizia però smentita dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, secondo cui l’offensiva russa sarebbe stata fermata. Zelensky ha inoltre escluso che le forze di Mosca abbiano penetrato la regione di Dnipropetrovsk, nel centro-est del Paese.Non solo Ucraina: la diplomazia russa si muove anche sul delicato scacchiere mediorientale. Il Cremlino ha reso noto che Putin si è detto disponibile a mediare tra Iran e Israele, al fine di “prevenire un’ulteriore escalation delle tensioni”. La dichiarazione è arrivata dopo una telefonata tra il leader russo e il premier israeliano Benjamin Netanyahu, in un momento di grande instabilità nella regione. I diversi fronti aperti confermano il ruolo centrale assunto da Mosca nelle crisi internazionali, mentre l’Occidente osserva con attenzione le mosse di Putin e le eventuali implicazioni sugli equilibri globali.
