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Tokyo Interviene Sul Forex: Investimento Miliardario per Stabilizzare lo Yen

In ECONOMIA
Luglio 12, 2024

In un audace e strategico movimento di mercato, il governo di Tokyo ha recentemente impiegato una somma imponente, pari a 3.000 miliardi di yen (circa 17,3 miliardi di euro), nel tentativo notturno di sostegno dello yen, la valuta nazionale giapponese. Quest’azione, avvenuta sul mercato Forex, mirava a correggere una marcata svalutazione della moneta contro il dollaro. Secondo quanto riportato dai media locali, nonostante l’assenza di una conferma ufficiale da parte delle autorità finanziarie del Giappone, gli indizi di tale manovra emergono chiaramente dall’analisi dei balzi di valore registrati.

L’intervento monetario è avvenuto contemporaneamente alla divulgazione di nuovi dati governativi americani, che hanno evidenziato un rallentamento dell’inflazione negli Stati Uniti, alimentando dunque speculazioni circa possibili riduzioni dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve già a settembre. Queste prospettive hanno innescato un deciso recupero dell’andamento dello yen, che ha visto la sua quotazione risalire a 158,50 per dollaro, dopo aver toccato i minimi storici degli ultimi 37 anni.

Economisti e analisti si basano sulla variazione quotidiana dei saldi delle partite correnti della Banca del Giappone (BoJ) per confermare l’atto di intervento, mentre i risultati ufficiali verranno divulgati dal ministero delle Finanze soltanto alla fine di luglio, mettendo fine a tutte le congetture.

Questa non è stata la prima volta che Tokyo ha dovuto correre ai ripari acquistando yen sul mercato. Tra aprile e maggio, il governo aveva già destinato 9.790 miliardi di yen (56,6 miliardi di euro) in un’operazione simile, mirando a stabilizzare la valuta sul mercato quando questa scivolò a 160,20 per dollaro. La pressione era già palpabile a seguito della crescente disparità dei tassi di interesse tra il Giappone, gli Stati Uniti e l’Europa; un divario che ha esercitato un’influenza non trascurabile sulla valutazione dello yen.

Oltre all’implicazione diretta sulle dinamiche di mercato, la svalutazione dello yen si è manifestata evidente anche nei cambi con l’euro, dove ha sfondato il livello più basso dal 1999. Un dato preoccupante, che potrebbe influenzare non solo le esportazioni giapponesi ma anche l’intero equilibrio economico dell’area asiatica.

A fronte di un panorama tale, il Giappone si dimostra ancora una volta un attore attento e interventista nel contesto dei mercati valutari globali, svelando una strategia mossa non solo da necessità di breve termine ma anche da obiettivi di stabilità finanziaria più ampi. In questi eventi si riflette l’importanza cruciale delle politiche di intervento valutario come strumento di politica economica, nonché la profonda interdipendenza delle economie globalizzate, dove il valore della moneta di uno Stato può avere effetti a catena su scala mondiale. Con questi interventi, Tokyo non solo cerca di proteggere la propria economia interna, ma anche di inviare un segnale forte sul suo ruolo attivo nella governance economica globale.

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Redazione