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Miti e sogni.

In ATTUALITA', OPINIONE
Novembre 02, 2025
Il punto della situazione di Domenico Salerno…..

Di recente mi è capitato di chiedere a dei giovani, trentenni o quarantenni, se da bambini avevano dei miti e, indipendentemente dalle successive scelte sessuali o ideologiche, tutti hanno affermato che avevano degli idoli nella primissima età che in vario modo hanno continuato ad essere dei miti simbolici ma anche non tanto, perché quasi tutti si immedesimavano a tal punto rispetto ai propri miti da impersonificarli. Poi  le vicende della vita quotidiana hanno fatto dimenticare quelle stagioni e l’età adulta ha messo meglio a fuoco le idee, le tendenze, le volontà ed i desideri di ciascuno. La dimensione del mito è stata abbandonata ma per fortuna nella maggioranza dei casi, così come è naturale, i sogni sono stati abbandonati ma per fortuna non si sono infranti trasformandosi in cocenti delusioni.  Un accadimento sportivo, tutto sommato banale e di routine, come la nuova esperienza contrattuale di un noto personaggio del mondo calcistico ha reso attuali alcune considerazioni. Ecco il punto: quando un sogno finisce in modo naturale oppure termina in modo traumatico e si trasforma in delusione, se non addirittura sfiducia negli altri, in tutti gli altri, se non nella vita.  Sfiducia che significa delusione per tradimento, per aver creduto in qualcosa che era falso, inattendibile. Il mito mostra anzi tempo i propri limiti, le proprie inadeguatezze e tutti restano nudi di fronte alla realtà con le loro pochezze umane e la consapevolezza dell’inutilità delle illusioni.  Peccato perché i sogni aiutano tutto sommato a vivere meglio, ad essere più ottimisti e soprattutto più  tolleranti nei confronti degli altri e del quotidiano della vita che non è semplice per chicchessia. Pensiamo infatti a come è dolorosa l’esistenza per quei bambini che non possono permettersi i sogni, alle prese con condizioni di vita disastrose, vittime di una guerra che non hanno voluto e privati dell’indispensabile ed anche dei sogni. Non sognare significa non avere speranze per il futuro. Ecco perché i personaggi pubblici, coloro che per l’attività che svolgono, per il ruolo che ricoprono nella società diventano punto di riferimento talvolta ideologico di intere popolazioni e che per i bambini rappresentano un mito, una specie di copertina di Linus nella quale avvolgersi ed astrarsi da tutto il resto che li circonda, hanno enormi responsabilità. Capita allora che anche un calciatore, un uomo di sport o di spettacolo diventi un idolo facendo credere ad un suo, finto, modo di essere che lo innalza fino a farne diventare un mito, che i più deboli pensano di riconoscere tale. E’ una questione di responsabilità, di coerenza e soprattutto di rispetto per il ruolo mediatico ricoperto, che impone una correttezza di comportamenti ed un senso di responsabilità per le ricadute dei propri comportamenti sugli altri, sul pubblico, sui più deboli tra il pubblico. E’ una colpa grave, molto grave, interrompere e turbare i sogni di un bambino.

di Domenico Salerno