
In una mossa che ha riacceso i riflettori sulla politica sanitaria italiana, il senatore Claudio Borghi della Lega ha introdotto un emendamento che mira a trasformare l’obbligo dei 12 vaccini pediatrici in una mera raccomandazione. Questi vaccini, essenziali per dare corso alla prevenzione di malattie come morbillo, rosolia e varicella, rappresentano attualmente un requisito indispensabile per l’iscrizione alle scuole per l’infanzia. In una giornata altrimenti tranquilla sul fronte politico, la proposta ha generato scompiglio, suscitando reazioni diverse all’interno del panorama politico italiano.
L’iniziativa del Senatore, dichiarata quasi come un atto individuale attraverso i social network, incontra un muro di disapprovazione sia a destra che a sinistra. La proposta di Borghi non si discosta molto dalle dichiarazioni fatte in passato da Matteo Salvini, leader della Lega, che già nel 2018 espresse il desiderio di lasciare più spazio alla libertà individuale in materia di vaccinazioni. Nel 2019, Salvini interpellò la ministra della Salute dell’epoca, Giulia Grillo, per cercare di facilitare la permanenza a scuola dei bambini non vaccinati fino ai 6 anni.
L’ex ministro della Salute, Roberto Speranza, ha definito le spinte no-vax come “farneticazioni antiscientifiche”, evidenziando il rischio che tali visioni possono comportare per la salute pubblica. Beatrice Lorenzin, anch’essa ex ministra della Salute e promotrice della legge del 2017 contro i movimenti no-vax, ha etichettato la proposta di Borghi come una “follia”.
Sul fronte scientifico, il rischio di un calo nella copertura vaccinale è una preoccupazione concreta. Alberto Villani, specialista in pediatria generale e malattie infettive presso l’ospedale Bambino Gesù, ha sottolineato l’importanza degli obblighi vaccinali ricordando gli oltre 550 casi di morbillo segnalati da inizio anno e i piccoli che continuano a perdere la vita a causa di malattie prevenibili. Villani ha anche evidenziato la cruciale protezione che il vaccino offre contro la pertosse, una malattia altamente letale per i neonati non vaccinati.
Il dibattito sull’emendamento proposto si accende anche tra le file della maggioranza, dove regna un certo silenzio da parte di Fratelli d’Italia, mentre esponenti di Forza Italia come Raffaele Nevi pongono l’accento sulla necessità di non compromettere la sicurezza sanitaria per mere questioni di libertà individuale.
Nel frattempo, il tono critico non manca dalle opposizioni: Maurizio Lupi di Noi Moderati etichetta l’emendamento come una “sciocchezza scientifica”, mentre il senatore democratico Filippo Sensi affronta la maggioranza accusandola di trascurare la salute pubblica in favore di giochi politici interni.
La proposta di Borghi, attualmente al vaglio della commissione Affari Sociali del Senato, rappresenta un punto di svolta che potrebbe avere implicazioni profonde non solo per il sistema sanitario italiano, ma anche per il tessuto sociale del Paese. La discussione, che attraversa i confini tra salute pubblica, diritti individuali e politica, continua a suscitare un acceso dibattito sull’equilibrio tra scienza e libertà, delineando un case-study di rilevante interesse nel più ampio contesto della politica sanitaria europea.